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POTENZA – Danilo Restivo sarebbe un serial killer, che dal 1993 al 2002 avrebbe commesso almeno sei omicidi in tutta Europa. L’accusa non è nuova ma ora ci sarebbero ben due dossier preparati dai legali di Omar Benguit, l’inglese condannato all’ergastolo per l’omicidio Jong Ok-Shin, per tutti Oki, la studentessa coreana che abitava nella stessa città di Heather Burnett.
Ne ha dato notizia, ieri, l’Agl, l’agenzia centrale dei giornali locali del gruppo l’Espresso. Si tratta di una pista insanguinata, che attraversa l’Europa quella che emerge dalle indagini internazionali in corso su Danilo Restivo, accusato dalla Procura di Salerno di avere ucciso Elisa Claps e oggi in carcere in Inghilterra, in attesa di processo, per l’assassinio di Heather Burnett, la sua vicina di casa.
La mappa ricostruita parte da Potenza e porta in Spagna, Francia e Gran Bretagna. La studentessa coreana Oky venne accoltellata in un parco di Bournemouth, nella contea del Dorset, il 12 luglio 2002. Quattro mesi dopo, il 12 novembre 2002, a due soli isolati di distanza, l’omicidio della sarta Heather Burnett. Simili le modalità dei due delitti: una marea di analogie che ha indotto gli avvocati di Benguit a chiedere la riapertura del processo per il loro cliente presentando alle autorità un atto di incriminazione nei confronti di Restivo per la morte di Oki. Elisa, Oki, Heather: tre delitti accomunati da un macabro rituale fatto di mutilazioni e ciocche di capelli tagliate.
Le indagini dello studio legale internazionale dell’avvocato Giovanni Di Stefano hanno varcato i confini inglesi e sono arrivate in Spagna, fino all’ufficio del procuratore capo del Tribunale penale di Palma di Majorca. Qui gli avvocati hanno ottenuto la riapertura delle indagini sul violento e brutale omicidio di Yvonne O’Brien, cittadina inglese assassinata nell’agosto del 1999 sull’i sola, a Puerto de Alcuida. Le autorità spagnole già nel 2008 avevano indirizzato i loro sospetti su un uomo residente nel Regno Unito, in seguito a contatti tra le due polizie, mettendo in relazione la morte della O’Brien e quella della Burnett. Ma adesso, dopo l’arresto di Restivo e la perquisizione della sua villetta, si profilano nuove analisi e nuovi confronti genetici.
Gli avvocati vogliono sapere se le ciocche di capelli di nove centimetri che la Burnett stringeva in entrambi i pugni appartenessero o meno a Yvonne O’Brien. Vogliono saperlo perché Restivo, non è un mistero, aveva la mania di tagliare ciocche di capelli alle ragazze, conosciute o sconosciute non importa, che incontrava per le strade o sugli autobus. Un’ossessione confermata negli anni da decine di testimonianze di donne italiane e inglesi.
Alla magistratura spagnola i legali di Benguit chiedono di sapere se alla O’Brien siano stati tagliati dei capelli riaccendendo i riflettori su uno studio tricologico che gli investigatori inglesi commissionarono a un gruppo di scienziati per il caso Burnett. Perché quell’analisi mostrava che quelle ciocche messe a firma del delitto appartenevano a una persona rimasta per un breve periodo tra Spagna e Francia. Per l’esattezza tra Valencia e Perpignan.
E proprio al Tribunale di Grande Istanza di Perpignan approda il secondo dossier preparato dallo studio Di Stefano. Dossier che ha per oggetto Danilo Restivo e tre donne, uccise o scomparse nella cittadina francese tra il 1995 e il 2000: Moktharia Chaib, 19 anni, Marie Helene Gonzales, 22 anni, Tatiana Andujar, 17 anni. Le prime due mutilate e sventrate davanti alla stazione del paese, la terza svanita nel nulla. Proprio come Erika Ansermin, scomparsa da Aosta nel 2003. Un mistero sul quale si torna a indagare dopo aver scoperto che Restivo conservava nel suo computer articoli e foto su Erika.
«Ci troviamo a trattare un serial killer – scrivono i legali negli esposti alle procure di Palma di Majorca e di Perpignan – che ha potenzialmente ucciso in una serie di giurisdizioni nell’ambito dell’Unione Europea. Lo scorso aprile avevamo affermato di ritenere che Danilo Restivo rappresentasse un caso di assassino seriale ed oggi siamo ancora più persuasi della nostra opinione».

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