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di ROBERTO D’ALESSANDRO

La notizia era circolata come un rumor per ben due anni, ma adesso ha avuto i crismi dell’ufficialità. Il Club Med, il primo villaggio turistico della costa jonica lucana, ospitato a marina di Pisticci, chiude i battenti. Anzi, di fatto, ha già chiuso. E completerà le procedura di uscita dalla residenza pisticcese entro fine mese. Alla base della decisione la scelta recente della società di gestione, noto gruppo vacanze internazionale, di elevare gli standard ricettivi minimi alle quattro stelle. A marina di Pisticci, invece, il tridente simbolo del villaggio stava ad indicare una tipologia di struttura a tre stelle, che oggi non rientra più nelle prospettive di investimento su cui l’azienda ha deciso di puntare, dopo la scelta di provare ad intercettare flussi turistici di maggiore qualità. Il Club Med di Pisticci era in funzione dal 1987 con il marchio Club Med Metaponto, quando entrò nella gestione del villaggio turistico inaugurato due anni prima. La proprietà del complesso, assieme a quella del terreno adiacente, appartiene alla S.T.M. (Sviluppo Turistico per Metaponto) SpA, le cui quote sono detenute per il 60% da Italia Turismo Spa, una partecipata del Ministero del Tesoro, e per il 40% da Club Mediteranee Sa. In pratica lo stesso Club è proprietario di minoranza del villaggio che gestisce a marina di Pisticci. C’è da capire, al di là di quanto già annunciato, se il Club abbia deciso di chiudere definitivamente la sua esperienza a Pisticci come scelta strategica oppure se vi sia ancora margine per cambiare idea. Nell’ultimo caso sembra determinante la scelta della S.T.M. di investire sul complesso per elevare gli standard qualitativi dell’intera struttura consentendole di essere all’altezza di soddisfare le esigenze di una gestione di maggior prestigio, con tutti i requisiti richiesti per poter ospitare un villaggio a quattro stelle. Pare che in questo senso vi sia una sorta di divergenza di vedute fra i due azionisti di S.T.M. con il socio minoritario, lo stesso Club Med, che avrebbe provato a spiegare le ragioni per cui è necessario intervenire sulla struttura, mettendo mano al portafoglio per una cifra di diversi milioni di euro, lasciando intendere una implicita manifestazione di interesse a rimanere a Pisticci. La prospettiva, tuttavia, non avrebbe trovato sponda nelle intenzioni del partner di maggioranza, rappresentato da Italia Turismo. Sembra, in ogni caso, che la S.T.M. stia provando a sondare il campo alla ricerca di altri soggetti interessati a gestire il villaggio nella situazione in cui si trova adesso o comunque in seguito a miglioramenti meno costosi che tuttavia non sarebbero sufficienti per trattenere il Club Med. Ma se non si troverà un’alternativa il territorio rischia di perdere un riferimento storico per la locale industria del turismo. Ogni anno il Club Med ha dato lavoro a circa 150 stagionali, potendo vantare una ricettività per 1300 posti letto. Si apre un futuro di incertezza, inoltre, per i quattro impiegati fissi della struttura che dal 31 ottobre sarebbero senza lavoro. «Il rischio di fronte alla prospettiva annunciata – commenta Giuseppe Camardo, segretario regionale della Cisl di Basilicata – è che in questo territorio le cattedrali nel deserto non restino soltanto in Val Basento. Il Club Med dava lavoro a 150 persone durante la stagione estiva e con la cessazione della sua attività il nostro territorio vede aumentare ulteriormente la perdita di opportunità occupazionali. Sarebbe comunque interessante comprendere bene le ragioni che hanno portato il Club Med a questa decisione. Se la struttura non risponde agli standard richiesti vi è anche da capire per quali investitori adesso può risultare appetibile. La domanda che richiede una risposta, comunque, è ovvia: se il complesso venisse adeguato, il Club Med avrebbe interesse a rimanere? In caso affermativo credo e spero ci siano ancora margini per non considerare chiusa la partita».

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