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DOPO L’ENNESIMA figuraccia in campionato, Giuseppe Bardi, preso dallo sconforto, ha rassegnato le dimissioni dalla guida tecnica del Potenza. Le ha comunicate al proprietario Giuseppe Postiglione e al ds Sergio Caputo nel pomeriggio di ieri. Poi ha staccato il cellulare per meditare sulla decisione che non può ritenersi però figlia dell’impulso, ma decisamente meditata. La mancanza di programmazione e una evidente disorganizzazione, oltre a una squadra che non è stata rinforzata secondo le necessità del tecnico, sarebbero alla base del gesto.
Postiglione è orientato a respingerle anche perchè Bardi non è ritenuto allo stato attuale delle cose come il responsabile della situazione difficile della squadra.
Certo è che i segnali che sono giunti dallo spogliatoio non sono incoraggianti. Gran parte dei calciatori è di malumore per la mancata corresponsione delle prime mensilità di stipendio e questo si vede chiaramente nelle prestazioni in campo. Tutte negative e costellate anche da un numero esagerato di cartellini rossi. Solo a Miglionico, domenica, sono stati cacciati dal campo in tre. E di certo la scarsa qualità non può essere imputata al tecnico che si è fatto carico di una patata bollentissima, quando ha accettato una situazione che era facilmente prevedibile evolvesse in maniera negativa.
Il portiere Perillo ha lasciato il gruppo qualche settimana fa, da voci di corridoio sembra che anche altri calciatori siano pronti a farsi da parte, avendo già chiesto alla società la lista di trasferimento.
A questo si aggiunge anche l’addio forzato di Gianfranco Criniti che per motivi personali ha fatto rientro a casa. Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, a Roma, il fratello dell’attaccante calabrese, Giuseppe, è stato ucciso da due killer che gli hanno sparato in testa.
Giuseppe Criniti, immobiliarista, già presidente di Morro d’Oro e Viterbese, era stato vicino ad acquisire il Potenza sei anni fa.

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