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POTENZA – Il pm potrebbe ancora far valere il vecchio decreto che dispone il giudizio immediato, annullato dal collegio del Tribunale, per cui pende un ricorso della procura davanti alla Corte di cassazione. Ma nelle stanze del “palazzaccio” l’orientamento sembrerebbe di considerare inammissibile quel ricorso, perciò, piuttosto che aspettare l’udienza degli ermellini, a Potenza tanto vale per convocare tutti il 5 novembre davanti giudice per l’udienza preliminare. Con la notifica dell’atto di citazione per gli imputati di fatto è già iniziato il secondo processo per la calciopoli lucana, non più per sette ma diciannove persone tra le quali anche il consigliere regionale Luigi Scaglione e due agenti di polizia. Diciannove come i capi d’imputazione per Giuseppe Botta, Antonio Cossidente, Antonio De Angelis, Raffaele De Vita, Antonio Di Pasquale, Luca Evangelisti, Aldo Fanizzi, Pasquale Giuzio, Marino Ianni, Donato Lapolla, Antonio Lopiano, Cesare Montesano, Giorgio Nobile, Giuseppe Postiglione, Luigi Scaglione, Alessadro e Michele Scavone, Paolo Spada, ed Ettore Todaro. Scaglione risulta imputato di concorso esterno in associazione mafiosa (un’accusa per cui il giudice per le indagini preliminari valutando la richiesta di misure cautelari aveva espresso forti riserve), e un tentativo di truffa ai danni della Regione per un rimborso indebito di circa 1.000 euro per una serie di trasferte in qualità di consigliere regionale e membro della commissione lucani all’estero a Roma, Bologna, Zurigo e Torino. Rimborso chiesto ma non concesso dall’ufficio contabile dell’ente. Vengono definite anche diverse posizioni collaterali, come quella di alcune persone che avrebbero partecipato agli scontri della partita tra il Potenza e il Gallipoli del 6 aprile del 2008. Tra questi il poliziotto Marino Ianni in qualità di accompagnatore della squadradei rossoblu. Poi c’è Giuseppe Botta della Digos, che è accusato di aver rivelato dettagli sull’informativa in preparazione proprio su quegli scontri. C’è uno strano giro di assegni che coinvolge anche un ragioniere molto vicino al Potenza sport club. Ma al centro resta il patron Giuseppe Postiglione accusato di aver affiancato il boss Antonio Cossidente alla guida del clan. Nei suoi confronti le attività della procura sono proseguite anche negli ultimi giorni. Il giorno dopo il deposito della richiesta di rinvio a giudizio davanti al gup Cinzia Larocca, il pm Francesco Basentini avrebbe chiesto ancora il sequestro del conto “Palma01” di Montecarlo, già sbloccato dal Tribunale del riesame, con un atto indirizzato al giudice per le indagini preliminari. La misura sarebbe stata effettivamente concessa, ma l’Interpol non gli ha ancora dato esecuzione. Resta da risolvere la questione delle rogatorie.
l.a.

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