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Il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, nel corso di una conferenza stampa che ha tenuto a Vibo Valentia insieme al consigliere dello stesso partito Bruno Censore è intervenuto sul tema del dissesto idrogeologico sul territorio regionale e ha posto in primo luogo una domanda: «Quanto tempo dovremo ancora attendere perchè eventi drammatici e disastrosi come le alluvioni del 1951, del 1972-73, ma anche i recenti fenomeni che hanno interessato Crotone (1996), Soverato (2000), Cavallerizzo (2005), Vibo Valentia (2006), l’A3 (2009) e quest’anno, come quello precedente, quasi tutti i comuni calabresi, non si verifichino mai più nella nostra regione?».
«Nei giorni scorsi – ha proseguito Guccione – ho presentato insieme ai colleghi Censore, Aiello e De Gaetano un Progetto di legge che, pur non essendo la panacea a tutti i mali, vuole essere uno spunto serio per avviare finalmente nella nostra regione un confronto ampio ed approfondito nel merito di questa questione. Il tempo delle parole e delle promesse è finito. Abbiamo messo a disposizione della regione e di tutti i comuni calabresi una proposta concreta anche alla luce della drammatica esperienza vissuta da tantissime nostre comunità, dell’impotenza e della rabbia dei sindaci lasciati spesso soli ad affrontare emergenze più grandi di loro, dell’insufficienza delle risorse impegnate dal Governo nazionale rispetto alle ultime tre grandi emergenze verificatesi tra il 2009 e il 2010 e degli impegni pubblicamente assunti e totalmente disattesi dal sottosegretario Bertolaso, durante vari sopralluoghi in Calabria».
«Al Governo regionale – ha aggiunto Guccione – chiediamo un atto di coraggio per invertire finalmente, attraverso i fatti e gli atti concreti, la tendenza parolaia ed inconcludente che spesso caratterizza la politica e il governo delle nostre istituzioni. Abbiamo chiesto che vengano stanziati seicento milioni di euro da aggiungere ai finanziamenti disposti dal Governo nazionale per fronteggiare le conseguenze degli eventi calamitosi verificatisi negli anni 2009 e 2010 e per potenziare gli interventi di previsione e prevenzione in materia di rischio idrogeologico. Abbiamo proposto che il trenta per cento di tale stanziamento venga destinato ai Comuni, alle Province, agli Enti e società a capitale pubblico e ai gestori di pubblici servizi per la copertura delle spese sostenute per garantire le operazioni di emergenza ed il ritorno alla normalità e la riparazione dei danni subiti dalle infrastrutture proprie e ai privati e alle imprese che hanno subito la perdita e il danneggiamento di beni mobili e immobili e che il restante settanta per cento venga destinato alle Province, ai Comuni, alle Comunità montane e all’Azienda forestale regionale per la stesura e la realizzazione, con l’ausilio delle strutture della Protezione civile, di progetti che prevedano la messa in sicurezza e il consolidamento di luoghi ed ambienti esposti a rischio idrogeologico molto elevato e elevato, secondo la classificazione del Piano per l’assetto idrogeologico, la realizzazione e manutenzione di opere di protezione idraulica; la bonifica e il rimboschimento dei soprassuolo percorsi dal fuoco; l’attività di vigilanza e di polizia ambientale; il monitoraggio delle aree a rischio frana in prossimità dei centri abitati e delle strade;l’installazione di sistemi di allertamento delle popolazioni interessate al rischio dissesto».
«Ora – ha concluso Guccione – attendiamo fiduciosi la risposta positiva del Consiglio regionale. Di fronte a problemi così drammatici come quello del dissesto idrogeologico le appartenenze e le colorazioni politiche non contano. Ognuno deve fare la propria parte. La Calabria deve finalmente voltare pagina avviando un’efficace politica di previsione e prevenzione per scongiurare definitivamente la possibilità di doversi trovare a gestire un’emergenza permanente, nella consapevolezza che se prevenire può costare cinquanta, gestire e superare l’emergenza può costare anche cento».
Secondo Bruno Censore, «la Calabria ha bisogno di segnali tangibili per risolvere i gravi problemi che da anni pongono la nostra regione al centro di continue emergenze come quelle relative al dissesto idrogeologico. Occorre che all’annosa questione che annualmente si ripropone con frane e smottamenti necessita di risposte strutturali che vanno pianificate a monte come prevenzione, in quanto i costi delle emergenze sono veramente alti. I dati di Legambiente rivelano che su 409 comuni calabresi, ben 57 sono a rischio frana, 350 sono a rischio frana ed alluvione e due sono a rischio alluvione, per cui risulta che su questo fronte il governo regionale non può più tergiversare».
«La proposta di legge che viene presentata oggi a Vibo – ha detto ancora Censore – deve cogliere l’attenzione della politica regionale in modo trasversale in quanto il pericolo di disastro ambientale è costante ed il pericolo per l’incolumità delle persone, specie nelle aree a maggiore rischio, è ancora grande. Soverato, Vibo Marina, Maierato sono esempi che devono sollecitare la politica regionale ad un passo oltre sul fronte della programmazione dal momento che il Piano di Assetto Idrogeologico in Calabria è stato approvato nel 2001, aggiornato nel 2007, ma necessita di una seria e concreta attuazione per scongiurare ulteriori disastri».

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