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I nuovi nati da entrambi i genitori stranieri nel corso del 2009 sono 77.148 (21mila in Lombardia, 10mila nel Veneto e in Emilia Romagna, 7mila in Piemonte e nel Lazio, 6mila in Toscana, almeno mille in tutte le altre regioni italiane, fatta eccezione per il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sardegna.
Queste nascite incidono per il 13 per cento su tutte le nascite e per più del 20 per cento in Emilia Romagna e Veneto. Se si aggiungono altri 17.000 nati da madre straniera e padre italiano, l’incidenza sul totale dei nati in Italia arriva al 16,5 per cento. Il numero sarebbe ancora più alto se considerassimo anche i figli di padre straniero e madre italiana, per quanto tra le coppie miste prevalgono quelle in cui ad essere di origine immigrata è la donna (nel 2008 erano 23.970 figli nati da coppie miste in Italia, 8 su 10 da padri italiani e madri straniere). Diversificata è anche l’incidenza dei minori, in tutto quasi un milione (932.675): dalla media del 22 per cento (tra la popolazione totale la percentuale scende al 16,9 per cento) si arriva al 24,5 per cento in Lombardia e al 24,3 per cento in Veneto, mentre il valore è più basso in diverse regioni centro-meridionali, e segnatamente nel Lazio e in Campania (17,4 per cento) e Sardegna (17 per cento).
Oltre un ottavo dei residenti stranieri (572.720, 13 per cento) è di seconda generazione, per lo più bambini e ragazzi nati in Italia, nei confronti dei quali l’aggettivo «straniero» è del tutto inappropriato, in quanto accomunati agli italiani dal luogo di nascita, di residenza, dalla lingua, dal sistema formativo e dal percorso di socializzazione. Secondo il rapporto, a differenza della chiusura su altri aspetti, gli italiani sembrano essere più propensi alla concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia seppure da genitori stranieri. I figli degli immigrati iscritti a scuola sono 673.592 e incidono per il 7,5 per cento sulla popolazione scolastica. I dati mettono in evidenza un ritardo scolastico tre volte più elevato rispetto agli italiani, sottolineando la necessità di dispiegare più risorse per il loro inserimento nel caso in cui giungano per ricongiungimento familiare.
Nel 2009 l’apposito Comitato ha censito 6.587 minori non accompagnati, dei quali 533 richiedenti asilo, provenienti da 77 paesi (Marocco 15 per cento, Egitto 14 per cento, Albania 11 per cento, Afghanistan 11 per cento), in prevalenza maschi (90 per cento) e di età compresa tra i 15 e i 17 anni (88 per cento). Tra i di essi non sono più inclusi i romeni (almeno un terzo del totale), che in quanto comunitari vengono presi in carico dai servizi comunali. Non sempre, al raggiungimento del 18° anno, le condizioni attualmente previste (3 anni di permanenza e 2 anni di inserimento in un percorso formativo) consentono di garantire loro un permesso di soggiorno.

IL RAPPORTO PER LA CALABRIA PRESENTATO A ROSARNO
In Calabria gli immigrati presenti sfiorano le 100 mila unità. E’ quanto emerge dal 20/mo rapporto immigrazione presentato stamani a Rosarno dalla Regione Calabria, dalla fondazione Migrantes della Conferenza episcopale calabrese e dalla Caritas italiana. Agli immigrati con regolare permesso di soggiorno si aggiungono poi gli irregolari che non sono quantificabili ma il cui numero è anch’esso elevato. I dati presentati a Rosarno sono emblematici. I lavoratori nati all’estero e assicurati all’Inail nel corso del 2009 in Calabria sono 51.359 di cui 23.211 donne. I lavoratori esteri assicurati all’Inail in Calabria sono quindi il 10% della popolazione attiva. Dai dati presentati a Rosarno emerge anche che le donne straniere regolari che lavorano in Calabria sono superiori agli uomini e che le loro attività reggono la crisi. Per quanto riguarda le rimesse che gli immigrati producono in Calabria il dato che emerge dal 20/mo rapporto dell’immigrazione è di particolare rilevanza: gli immigrati in Calabria producono sei milioni e 75 mila euro di rimesse ogni anno. Gli studenti, figli di lavoratori regolari nati all’estero che lavorano in Calabria, iscritti nelle scuole pubbliche calabresi nell’anno scolastico 2009-2010 sono 9.553 su un totale di 330.494 iscritti. L’area di provenienza dei lavoratori regolari immigrati in Calabria ricalca le percentuali che si registrano a livello nazionale. In testa i romeni che superano le 20.000 unità, gli ucraini 5.700, i marocchini quasi 11.000, i bulgari 3.800, i cinesi 2.354, i filippini 2.291, gli albanesi 2.627, gli indiani 1.747.
La presentazione del 20/mo rapporto sull’immigrazione in Calabria si è svolta nell’auditorium del liceo scientifico Piria di Rosarno perchè la città della Piana si è caratterizzata nel gennaio scorso per i gravissimi fatti che hanno visto contrapposti gli immigrati di origini africana alla popolazione del luogo.

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