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di PIERO QUARTOMATERA – «Puniti oltre i nostri demeriti, basta venir trattati da ragazzini, non è giusto e non lo meritiamo». Ciccio Ponticiello sbotta a quarantotto ore dalla sconfitta casalinga contro Anagni quando la rabbia per il risultato non è stata ancora assimilata.
Lo fa scegliendo di parlare, e chiarire alcune delle cose che non gli sono piaciute, per chiedere rispetto in una stagione in cui ogni errore, anche quello arbitrale, può costare carissimo ed in cui le squadre giovani che puntano sul gioco e sulla tecnica come quella materana hanno la necessità di essere adeguatamente rispettate.
“Sinora mi sono attenuto ad un etica professionale che da sempre mi vieta di commentare le direzioni arbitrali, ma oramai la misura è colma. Ci sono storture che si ripetono da alcune settimane e che mi preoccupano. Contro Anagni hanno raggiunto il culmine. Quel che sto per dire non diminuisce i meriti degli avversari, e non derivano dall’amarezza di aver perso con Anagni. E’ il metro delle valutazioni ad essere discutibile, e lo abbiamo pesantemente subito anche in match come quello di Molfetta e con Massafra, entrambi vinti. Non è possibile che a Molfetta, dal + 7 all’ 82 pari, si sorvoli su 3 falli evidentissimi e gli avversari vadano per 3 volte consecutive in lunetta, che in casa con Massafra un giocatore come Grappasonni si debba far fischiare fallo tecnico prima di aver l’onore di poter tirare un misero tiro libero. Abbiamo l’impressione, confortata dal match di sabato con Anagni che, a dispetto di una classifica importante, misura delle qualità e della resa tecnica di questo gruppo, che ci trattino ancora da “pischelli”, da ragazzotti che non meritino particolare attenzione. Ed invece giocatori come Vico e Grappasonni, Gilardi, Lagioia, Martone, tutti molto tecnici, sono al momento in testa a tutti i parametri di rendimento nei loro ruoli; è evidente che tutta la squadra, a dispetto della bassissima media età, stia dimostrando di meritare maggiore rispetto e considerazione. Non possiamo essere penalizzati per essere una squadra giovane e corretta, a maggior ragione se si va verso la trasformazione della B1/A Dilettanti in un campionato di sviluppo. Non ci possono essere campi in cui il giocatore di casa non possa essere neppure sfiorato, ed altri, ad esempio il nostro, in cui al giocatore in trasferta è consentito di spintonare dopo un sacrosanto fallo in attacco e non incorrere in un doveroso fallo tecnico, di poter in una sola azione, impunemente, commettere tre falli evidenti in una sola azione, colpire braccio, tronco e gamba d’appoggio, e farla franca. Chiedo che i miei giocatori vengano tutelati e rispettati, nulla di più”. Ponticiello non fa riferimenti diretti ma certo è che l’arbitraggio del signor Canestrelli di Genova, a tratti cervellotico e poco comprensibile, non gli è andato assolutamente giù. Ma è un altro il ragionamento che il tecnico materano tiene a sottolineare anche come messaggio ed insegnamento per chi fa pallacanestro a livello tecnico: “Son anni che fungo da istruttore nei corsi per gli allenatori, e non si possono dire alcuni cose ai giovani tecnici ed ai loro istruttori, ad esempio che si analizzi a lungo il concetto di vantaggio, ovvero che un fischio sia sempre legato ad un vantaggio illecito, e poi sul campo non rispettare questa indicazione. Ho tanti amici tra gli arbitri ed istruttori Cia, grande rispetto per il difficile lavoro che tutti loro sono chiamati a svolgere, ma c’è bisogno, soprattutto in una stagione tanto impegnativa ed importante, che ci sia coerenza tra le cose dette a bocce ferme e quelle che vengono poi fischiate in campo. Ne va della credibilità dell’intero movimento”.
Le regole e i criteri che le applicano hanno bisogno di avere un filo comune che le unisce e che va rispettato altrimenti il controllo delle partite rischia di sfuggire anche dalle mani degli arbitri. In questo campionato poi in cui ogni partita fa storia a sé e in cui la posta in palio e il traguardo salvezza sono obiettivi ambiti ma molto difficili, gli arbitri non possono e non devono diventare un fattore determinante.
L’appello di Ponticiello si chiude così con la richiesta: “Di essere trattati come meritiamo, tutelando i nostri giocatori nella medesima misura di tutti quanti gli altri. Matera è una squadra che gioca a basket e non a catch, e questo nostro rispetto per le regole, quelle comportamentali e così pure quelle tecniche, non può trasformarsi in un handicap. Sarebbe la sconfitta del basket e non della Bawer”.
E’ chiaro però che da oggi inizierà anche il confronto con la squadra per cercare di scovare i motivi dell’ultima sconfitta interna. Sarebbe un errore che il tecnico della Bawer non ha nessuna intenzione di commettere ritenere che tutto sia da addebitare agli arbitri. “Ci sono un paio di fattori, dagli allenamenti non ottimali nelle ultime settimane ad un abbassamento della concentrazione che ci hanno portato a questo risultato. Lo analizzerò con chiarezza nello spogliatoio con i ragazzi”. Palestrina diventa già un bivio decisivo, l’ennesima partita in cui Matera si gioca un pezzo di stagione. Per vincerla ci vorrà un’altra Bawer ed un arbitraggio con la A maiuscola.

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