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don ENNIO STAMILE*
Che fortuna avere a capo del Governo del nostro Paese un premier con il vizietto del tombeur de femmes in perfetta sintonia con la sua corte dei miracoli, composta più da ballerine che da nani o giullari. Un cavaliere d’altri tempi, non c’è che dire, generoso a tal punto da farsi carico dei problemi economici e non solo, di belle e giovani ragazze con il piglio del novello Lupin o con aspirazioni da contessa di Castiglione, che distribuisce alle sue fascinose ospiti, tra i tanti cadeau, anche farfalline gioiello nel corso delle arcinote feste organizzate nelle sue “auguste” residenze. La stampa straniera inorridisce, persino Al Jazeera, la televisione del Quatar, dà notizia della nuova marachella del premier. Il mondo ride, salvo il presidente Mubarak che si è visto attribuire, suo malgrado, una nipote nuova di zecca. Ma si sa, il nostro primo ministro, tra i tanti poteri che si ritrova, ha anche quello di allargare la parentela altrui. Tuttavia, la sua generosità ha un sussulto davanti alle donne meno giovani e belle e anche di fronte ai gay, quasi fossero inferiori ed indegni di appartenere a quel “mondo dorato” e tanto vagheggiato dall’italiano medio. Immagino che Madre Teresa di Calcutta e Natuzza Evolo, mai sarebbero state invitate a queste riunioni “conviviali” e mai avrebbero ricevuto in dono una farfallina. Una sorta di filosofia maccheronica della razza ariana, secondo la quale: i brutti, gli storpi ed i gay non sono creature del Signore. Che spettacolo indecoroso! Eppure la cattolicissima Italia ha costruito le sue fondamenta su ben altri valori di segno assolutamente contrario a quelli che hanno, ormai, permeato nel midollo la nostra società malata. La bellezza, il potere, il denaro, il successo, da raggiungere ad ogni costo e con ogni mezzo hanno completamente soppiantato l’onestà, la dignità, la giustizia la solidarietà: desuete, fuori moda e da non praticare. Alla maggior parte dei cittadini italiani è chiaro che il “mondo”, quello reale, non è il microcosmo “dorato” della “fotocopia datata” di Casanova, bensì l’universo dei milioni di lavoratori che ogni mattina si alzano all’alba che impiegano ore per recarsi sul posto di lavoro, che stringono la cinghia ormai a dismisura per poter crescere i figli e che alla fine del mese si ritrovano, forse, pochi spiccioli in tasca e non possono mai permettersi una serata in pizzeria. Ovviamente le colpe della disastrosa situazione economica del Paese sono sempre dei governi precedenti e delle sfortunate congiunture internazionali ed i sacrifici sono a carico dei “soliti noti”: quelli che pagano le tasse fino all’ultimo euro, che non rubano, che non corrompono, che non delinquono che non godono di assurdi privilegi; una sorta di società parallela a quella “scollacciata e sprecona” che affolla i palazzi del potere, in sintesi la folla dei clientes. Tuttavia se è vero che Atene piange, Sparta non ride. E già, perché anche i cosiddetti politici di opposizione non si sono distinti per spirito di iniziativa, amore per il Paese, dignità, onestà e quant’altro, salvo in quello “studio” ossessivo, quanto inutile, su come disarcionare l’ingombrante cavaliere. Il compito dell’opposizione in una democrazia compiuta è estremamente faticoso, comporta duro e “sporco” lavoro che, a tutt’oggi, nessuno sembra voler fare. Anche se è banale ripetere che l’opposizione non è solo “critica” ma azione propositiva, lo è di meno l’invito ai signori dell’opposizione a rimboccarsi le maniche. Cominciate a lavorare sodo ed a guadagnarvi i lauti stipendi, svecchiate i palazzi del potere, immettete sul “mercato politico” forze giovani ed adamantine, facendovi da parte all’occorrenza. Evitate, inoltre, ulteriori, inutili e dannose lungaggini all’insegna delle solite “vetrine pubblicitarie”, il tempo rimasto è assai risibile, prima che il nostro Paese sprofondi nel baratro.

*Delegato regionale Caritas Calabria

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