X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

«Il Ponte sullo Stretto di Messina non mi sembra un’opera prioritaria nè particolarmente utile. In una fase in cui Ferrovie dello Stato e Alitalia tagliano i collegamenti da e per la Calabria, sarebbe più produttivo che il governo si adoperasse per farle tornare sui loro passi, investendo i 6 miliardi e mezzo necessari per il collegamento stabile sullo Stretto in infrastrutture che consentirebbero lo sviluppo dell’economia».
Lo ha detto il senatore Adriano Musi, commissario del Pd calabrese, secondo il quale: «La Calabria – ha detto ancora Musi – paga il prezzo della sua posizione periferica. Le imprese hannmo bisogno di collegamenti rapidi con l’Europa e con il resto del mondo. Nella situazione attuale, – ha aggiunto – un’impresa continua a trovare diseconomico investire in questa regione. Occorrono quindi treni veloci e strade adeguate, cosa che al momento manca. Basti pensare ai ritardi con i quali si sta procedendo all’adeguamento dell’A/3, peraltro con la prospettiva del pedaggio in una realtà che non ha alternative viarie. Ed anche per quanto riguarda la portualità – ha ancora detto – come insegna il caso di Gioia Tauro, manca nel Paese il coraggio di dell’intermodalità, con uno scalo che è collegato con il mondo via mare, ma non ha una bretella di collegamento con l’autostrada e con la rete ferroviaria. Per completare l’autostrada stiamo impiegando 13 anni ed alcuni tratti sono ancora da progettare. La Cina ha costruito 5.000 chilometri di ferrovia, da Pechino a Lasa, in pochissimo tempo, peraltro attraversando territori a 5.000 metri d’altezza. Senza investimenti consistenti, ovviamente indirizzati verso alcuni obiattivi prioritari, il Mezzogiorno d’Italia – ha concluso – non supererà mai la sua posizione di svantaggio rispetto al centro-nord del Paese».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE