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Di giorno fa il benzinaio a un distributore all’ingresso della città. Sabato sera era all’Exclusive club di Melfi assieme a Mario Viglioglia e Vincenzo Blasucci, ma è uscito solo mentre gli altri si sono intrattenuti ancora per un po’. Ci sarebbe stato anche lui tra i sei che si sono materializzati nel luogo stabilito con i compagni, lontano da occhi indiscreti, in contrada Crocifisso. Andrea Delli Gatti sarebbe quindi il terzo componente del “branco”. Più giovane degli altri due, 21 anni tra meno di una settimana, è il nipote di “Rocchino” Delli Gatti, detto “marosc”, il vecchio capo carismatico del clan dei cutoliani di Melfi e dintorni, ucciso a colpi di Kalashnikov nel 2002. È la seconda volta che le indagini sull’aggressione avvenuta nella notte tra sabato e domenica scorsa sfiorano le inchieste dell’Antimafia. Anche uno degli arrestati ha una parentela “pesante”, Mario Viglioglia, figlio di Pasquale, che sta scontando una condanna in carcere per omicidio. La terza, a ben vedere, se si considera anche il ruolo dell’ex consigliere comunale di Melfi, Antonio Lovecchio, socio dell’Exclusive night club, e proprietario dell’immobile dove ha appena aperto il locale. A dicembre dell’anno scorso Lovecchio è stato rinviato a giudizio con l’accusa di favoreggiamento del clan Cassotta per aver negato di essere a conoscenza delle circostanze dell’incendio del suo fuoristrada, mentre al telefono con gli amici si sarebbe lasciato andare a considerazioni di tutt’altro tenore.
«Prima, quando c’era Rocchino, o Petri – diceva a un certo punto – bastava assumere qualcuno. Ora vogliono i soldi». E “Rocchino” sarebbe sempre Delli Gatti, mentre “Petri” Domenico Petrilli, l’altro console del clan, trucidato nel 2003 sempre nella faida con i rivali Cassotta.
Le telecamere di sorveglianza esterna del night avrebbero ripreso Antonio Lovecchio mentre si avvicina all’auto con Mario Viglioglia e Vincenzo Blasucci, in compagnia della ballerina di lap dance che poi sarebbe stata vittima dell’aggressione. Impossibile sapere con certezza cosa si siano detti, perchè il sistema di sorveglianza è pensato per filmare quello che succede senza registrare gli audio che comunque nel locale sarebbero coperti dalla musica di sottofondo. Quell’abboccamento sarebbe stato inteso come favoreggiamento della prostituzione dai carabinieri, ma d’altra parte si controbatte che Lovecchio in quell’occasione avrebbe cercato di far desistere la ragazza dall’intenzione di lasciarsi accompagnare in albergo da quei due, per poter provvedere di persona.
Resta da capire quale sia stato il ruolo preciso anche di Andrea Delli Gatti, e a parte le riprese interne al locale come si sia arrivati al suo coinvolgimento nell’aggressione. La ragazza, nigeriana 33enne residente in Puglia e con regolare permesso di soggiorno, ha raccontato che uno tra tutti e otto gli amici presenti, avrebbe fatto desistere gli altri convincendoli a andare via, forse per evitare che la cosa degenerasse, forse perchè si era accorto di un passante che avrebbe potuto chiamare soccorsi, cosa che di fatto è avvenuta.
Non è chiaro se sia stato proprio Delli Gatti, ma è probabile che a tradirlo sia stata la fisionomia, alto e grosso com’è. Quindi più facile da riconoscere.
Nel frattempo proseguono le attività dei carabinieri ai comandi del capitano Antonio Contente. Ancora ieri sono stati ascoltati dei testimoni presenti nella notte tra sabato e domenica sera. La sensazione è che uno a uno verranno scoperti i nomi di quelli che hanno fatto parte del branco. Sempre che il prossimo messo alle strette non decida di collaborare.
Leo Amato

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