X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Tre persone sono state poste agli arresti domiciliari da parte degli agenti del Compartimento della polizia postale e delle comunicazioni per la Calabria in esecuzione di un provvedimento restrittivo emesso dal gip del tribunale di Reggio Calabria.
Si tratta di Natalizia Critelli, 47 anni, ex dipendente dell’Inps, già arrestata nel febbraio di quest’anno; di Maria Isola, 27 anni, responsabile di un patronato Caf; e di Arcangelo Lucisano, 51 anni, bidello.
L’accusa per i tre è di associazione a delinquere finalizzata al falso ed alla truffa in danno della sede Inps di Reggio Calabria. La misura cautelare – come spiega la polizia postale – condensa gli sviluppi della pregressa attività della sezione investigativa della Polpost ed è successiva all’arresto della Critelli, già indagata per frode informatica, la quale «abusando della sua qualità di operatore di sistema aveva inserito false note di accredito somme in favore dell’Inps, creando, in tal modo, un’apparente provvista idonea ad occultare, sotto il profilo contabile, una serie di operazioni fraudolente volte a stornare ingenti somme di danaro, configurati quali ‘rimborsì nell’ordine di diecimila euro ciascuno a favore di soggetti ad essa collegati, determinando così un danno di rilevante gravità all’ente che è stato quantificato in trecentomila euro circa». L’attività della polizia ha svelato uno scenario molto più ampio rispetto all’indagine iniziale. Il lavoro investigativo, infatti, ha posto in evidenza l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale dedita al reclutamento di soggetti che, sfruttando la proprie condizioni lavorative e dietro compensi di piccole somme, permettevano ai sodali di venire in possesso di danaro, illecitamente sottratto all’Inps. I riscontri investigativi hanno dimostrato altresì che Natalizia Critelli, nonostante i cambi di mansione, ha reiterato la sua condotta criminosa. Nel contesto dello stesso provvedimento, il gip ha disposto il sequestro preventivo del patronato Caf, di cui è responsabile Maria Isola, che – secondo gli inquirenti – «rappresentava un costante punto di riferimento per gli associati ed aveva la funzione di contattare e successivamente ‘reclutare’ i complici». A seguito di perquisizioni effettuate dalla stessa polizia è stata sequestrata una somma di danaro di quattromila e cinquecento euro.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE