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Sette impiegati del Comune di Pizzo Calabro sono stati arrestati perchè si assentavano arbitrariamente dal posto di lavoro. L’operazione è stata denominata in codice «indipendenti comunali» ed ha portato all’arresto di sette persone ed alla denuncia di altri 43 tra dipendenti comunali e Lsu che dovranno rispondere di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico, falsità ideologica ed altro.
I sette arrestati sono stati colti in flagranza di reato dai carabinieri nel corso di un controllo effettuato in Comune stamattina. Per i 43 denunciati, invece, gli episodi di assenteismo sono emersi da controlli documentali che sono stati effettuati dai carabinieri. Gli arresti e le denunce rientrano in un’indagine delegata ai carabinieri dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia che era stata avviata nello scorso mese di settembre. Tra gli arrestati ci sono anche alcuni dirigenti di settore.
Tra le sette persone arrestate due donne, sorprese mentre partecipavano ad un funerale; un altro dipendente è stato inseguito ed arrestato dal capitano Gabriele Argirò nei pressi di un supermecato dove si era recato a fare la spesa. Era da qualche mese che i carabinieri della locale stazione diretti dal maresciallo Pietro Santangelo, seguivano le mosse degli assenteisti con telecamere e pedinamenti. L’organico del comune di Pizzo Calabro, prevede 95 dipendenti tra titolari ed LSU, uno per ogni cento abitanti.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco della cittadina tirrenica Fernando Nicotra, il quale ha dichiarato che si tratta di un’operazione salutare da esportare in altri comuni ed enti».
Gli arrestati, secondo quanto reso noto, sono Antonella Averta, Rosa Maria Galeano, Antonio Maglia, Marcella Lo Schiavo, Francesco Bartolomeo Pascale, Sebastiano Belsito e Giuseppe Pizzonia. L’inchiesta era partita lo scorso mese di settembre quando i militari dell’Arma avevano notato come, dei 95 dipendenti del comune costiero alle porte del capoluogo, ben pochi erano presenti al loro posto durante la giornata. Gli uomini della Benemerita hanno piazzato in vari punti strategici intorno alla sede del comune ed addirittura sopra la macchina marca-tempo in cui venivano fatti passare i badge di presenza dei dipendenti una serie di telecamere per monitorare in tempo reale i movimenti. I Carabinieri hanno così scoperto che dei 95 dipendenti ufficialmente in forza al comune, 50, di fatto, si assentavano regolarmente dal posto di lavoro, alle volte anche per l’intera giornata. Si partiva già dal momento dell’apertura degli uffici quando, a turno, alcuni dipendenti provvedevano a smarcare elettronicamente l’ingresso proprio e di decine di loro colleghi che così potevano arrivare a lavoro in tutta calma o, addirittura, non presentarsi proprio. I militari dell’Arma nel corso dell’attività hanno assistito ad un continuo vai e vieni di dipendenti dal comune, persone che si allontanavano anche per ore per le più disparate destinazioni, dal parrucchiere al macellaio, dal supermercato fino ad arrivare addirittura ad impiegati che se ne tornavano tranquillamente a casa propria per l’intera giornata, ore di rientro pomeridiano comprese. Una situazione ai limiti dell’incredibile e che raggiungeva il proprio apice nei giorni del mercato settimanale quando erano addirittura di più i dipendenti che si potevano vedere a fare la spesa per le strade di quelli che rimanevano all’interno dei propri uffici. Il sistema, secondo gli inquirenti, era così consolidato che ormai non ci faceva più caso nessuno, tanto che gli impiegati comunali, come se fosse la cosa più normale del mondo, tranquillamente tornavano in ufficio portando con se le borse della spesa. Infine al momento della chiusura del comune si ripetevano le scene della mattina con pochi dipendenti che timbravano i badge per tutti o impiegati che tornavano, magari in tuta perchè si trovavano in palestra, timbravano l’uscita. Dai video i Carabinieri hanno anche potuto notare come la pratica fosse tanto comune ed il malcostume consolidato che molti dipendenti nemmeno portavano più con se i badge, limitandosi a lasciarli nei pressi della macchinetta segnatempo dove, qualcuno di loro, a turno, avrebbe provveduto a vidimarli il giorno successivo. Come se non bastasse molti dipendenti arrivavano addirittura a segnarsi decine di ore al mese di straordinario.

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