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I carabinieri lo hanno fermato casualmente, per un controllo stradale, ma l’uomo una volta sceso dall’auto avrebbe confessato un delitto commesso ad oltre mille chilometri di distanza, in Calabria. I carabinieri di Bologna hanno appreso così dell’omicidio di Tiziana Falbo, di 37 anni (nel riquadro) uccisa dal convivente, Nicola Sorgato, di 50, incensurato, nell’appartamento in cui la coppia viveva a Settimo di Montalto Uffugo, nel cosentino.
Immediata è scattata la segnalazione ai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza che hanno impiegato pochi minuti a verificare la veridicità della storia. Una vicenda, però, che, nella sua linearità, presenta ancora dei lati oscuri. Sorgato, che quando è stato fermato era in evidente stato confusionale, ha raccontato di avere ucciso la convivente con un cacciavite, ma le sue parole vengono smentite dall’evidenza dei fatti, poichè nell’appartamento non è stata trovata una sola traccia di sangue, e sul corpo della donna non c’è alcuna ferita. Lo stato di alterazione potrebbe avere portato l’uomo a riferire particolari inesatti. Sorgato verrà risentito con più calma e dopo che si sarà tranquillizzato. Intanto, per avere la certezza sulle cause della morte è stata disposta l’autopsia che con ogni probabilità sarà fatta domattina. In ogni caso, nei confronti di Sorgato è stato emesso un provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio volontario. La confessione ed il fatto di avere ritrovato effettivamente il corpo della donna così come ha riferito l’uomo, sono stati valutati come elementi sufficienti ad adottare il provvedimento.
L’omicidio, secondo i primi accertamenti del medico legale, sarebbe stato commesso nel pomeriggio di ieri. Sorgato, da anni residente in Calabria, ma nativo del padovano, è salito sulla sua auto e si è diretto a nord, dove in passato ha lavorato, finendo per essere fermato dai carabinieri a Bologna, probabilmente dopo avere guidato tutta la notte.
Dalle prime indagini effettuate dai carabinieri è emerso che tra l’uomo e la convivente, nell’ultimo periodo, c’erano stati dei dissapori e la loro relazione era in crisi. L’allarme è scattato quasi in contemporanea sia dal capoluogo emiliano che in Calabria. Il datore di lavoro di Tiziana Falbo, che era impiegata in una fabbrica di prodotti informatici, infatti, non vedendola arrivare, ha telefonato ai parenti per chiedere informazioni. Ed è così che quando i carabinieri di Montalto sono arrivati, nell’appartamento della coppia stavano sopraggiungendo anche i familiari della vittima.

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