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I Carabinieri della Stazione di Catona (Rc) hanno tratto in arresto un uomo, originario di Reggio Calabria, venditore ambulante, pregiudicato, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni. A denunciare i fatti era stata la convivente che si era presentata nella sede del comando provinciale dell’arma riferendo di voler denunciare un’aggressione. I carabinieri hanno ascoltato il racconto della donna che ha riferito loro di essere stata poco prima aggredita e picchiata dal convivente, che, al termine dell’ennesima lite, l’aveva colpita con una sedia, ferendola. Ma le preoccupazioni esternate dalla donna non erano riferite tanto a se stessa quanto alla figlia di 4 anni rimasta nel frattempo in compagnia del padre: la lite tra i due genitori era infatti iniziata perchè l’uomo, come già aveva fatto in passato, aveva costretto la figlia a bere un bicchiere di vino. La piccola si era rifiutata ed era immediatamente stata colpita dall’uomo. Sono state a quel punto effettuate immediate ricerche da parte delle pattuglie in servizio esterno che hanno in breve rintracciato l’ambulante alla guida del proprio furgone con a bordo la bimba.
L’uomo è stato accompagnato ne gli uffici della Stazione Carabinieri di Catona dove la donna, assieme all’altra figlia 19enne, avuta da una precedente relazione, ha denunciato ai carabinieri le continue vessazioni subite, l’ira ingiustificata dell’uomo che veniva puntualmente sfogata sulla donna e sulle figlie nell’ambito delle mura domestiche diventate un inferno. Esempio di questa crudeltà era appunto il motivo dell’ultima lite, ovvero l’intenzione dell’uomo di far bere alla bimba di 4 anni un bicchiere di vino rosso, e le conseguenti percosse seguite al rifiuto della piccola. Gli episodi raccontati dalla donna e dall’altra figlia sono ora oggetto di ulteriori approfondimenti da parte dei Carabinieri che comunque nella stessa serata di sabato hanno proceduto all’arresto dell’uomo per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza privata commessi dall’uomo ai danni della convivente e delle figlie. Si indaga al fine di chiarire fino a quale gravità si siano spinti gli abusi commessi sulle bambine. L’uomo è adesso in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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