X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

di ANTONELLA CIERVOVUOL fare chiarezza, una volta per tutte, sulle notizie diffuse in questi giorni sui famigerati piatti di seppioline e piselli distribuiti dalla sua azienda il 10 novembre scorso a tutte le scuole materne e elementari della città.
Il cattivo odore che accompagnava il contorno aveva fatto temere di essere in presenza di cibo avariato e spaventato i genitori degli scolari.
«Niente di tutto questo – spiega Cesare Pinto, amministratore della RR Puglia – naturalmente abbiamo subito fatto prelevare dall’Arpab campioni dei piselli e siamo in attesa, nelle prossime ore, dei risultati.
Siamo certi, comunque, che gli ingredienti utilizzati, a partire dalle materie prime, sono di ottima qualità».
E’ questo, in fondo, il vero tema centrale della vicenda che, in queste ore, rischia di trasformarsi in vero caso politico.
L’anello mancante di tutta la vicenda potrebbe stare nella temperatura di cottura dei piselli che, trattandosi di prodotti biologici, avrebbe richiesto un livello più alto.
Non ci sarebbero, infatti, elementi patogeni, cioè batteri che risultano tossici nel caso in cui qualcuno ingerisce il cibo.
«Nulla, però, che possa mettere a rischio la salute dei bambini – assicura Pinto che aggiunge – sono anche io un genitore e so quanto è importante la qualità del cibo.
Come imprenditore, poi, mi assicuro sempre i fornitori migliori per i prodotti che lavoriamo e che poi trasformiamo in pasti.
E’ anche per questo che ci apprestiamo a chiedere il dissequestro degli alimenti sequestrati nei giorni scorsi durante un controllo dei Nas.
Nel frattempo abbiamo chiesto ai nostri fornitori di cambiare prodotto e di fornirci le schede tecniche dei prodotti naturali utilizzati nella coltivazione biologica.
La verifica, infatti, era scattata mercoledì e aveva portato al blocco di 300 kg di carne e 400 uova contestando all’azienda amministrata da Pinto, il mancato rispetto di quanto previsto dal capitolato d’appalto con il Comune di Matera.
Un elemento, questo, che però non sarebbe riscontrabile.
«Gli alimenti controllati e poi posti sotto sequestro – aggiunge Pinto – si trovavano nei nostri depositi e non era previsto che venissero utilizzati in tempi brevi per la preparazione di pasti, in particolare per quelli che distribuiamo alle scuole di Matera».
L’azienda di ristorazione collettiva pugliese, con sede a Noci, è attiva anche in Puglia, Molise e Campania dove si occupa di mense aziendali, universitarie, di enti pubblici e scuole.
A Matera, nella zona Paip dal 2006 è attivo il centro di cottura dei pasti che occupa 28 persone che ogni giorno preparano 2500 piatti di cui 1500 sono destinati al comune di Matera.
«Dal giorno in cui si è verificato il problema nelle porzioni di piselli e seppioline – chiarisce Pinto – i pasti per Matera sono aumentati e non diminuiti.
Segno, probabilmente, che la fiducia nei nostri confronti non è venuta meno.
Per questo credo che un chiarimento fosse necessario.
Come già accaduto dal 2005 ad oggi, nel corso degli incontri con i componenti dell’Osservatorio comunale, ho sempre dato la massima disponibilità sia sotto il profilo della composizione dei menu, che restano comunque di competenza della Asm, e anche per promuovere con visite guidate nella nostra struttura, la cultura della sana alimentazione».
I timori dei genitori poche ore dopo che le porzioni maleodoranti erano arrivate nelle scuole, si erano fatti sentire anche con lettere aperte al Comune in cui si chiedeva che venisse fatta luce al più presto sulla vicenda.
«La cosa che mi addolora di più – prosegue Pinto – è che si possa pensare che la nostra azienda distribuisca alimenti in cattivo stato di conservazione o di preparazione.
Niente di più falso e lo confermano i passaggi rigorosi che contraddistinguono la nostra attività quotidiana, come abbiamo spiegato anche in una recente comunicazione inviata al Comune di Matera. Nei prossimi giorni, comunque, i risultati dei controlli dell’Arpab ci spiegheranno esattamente cosa è accaduto qualche giorno fa, eliminando qualsiasi dubbio».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE