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I carabinieri di Bologna hanno fermato un quarto presunto fiancheggiatore di Nicola Acri, il boss della ‘ndrangheta calabrese ricercato dal 2007 e arrestato sabato nel capoluogo emiliano dai militari del Ros e da quelli dei comandi provinciali di Bologna e Cosenza.
Si tratta di R.A., 37 anni, originario del Cosentino ma residente da una decina di anni con la famiglia in zona San Donato, a Bologna. L’uomo, che ha alle spalle solo precedenti di polizia, è indiziato con l’accusa di favoreggiamento personale. Gli investigatori, che non hanno divulgato il nome e l’attività lavorativa dell’uomo, lo accusano di avere fatto da intermediario fra Acri e Giuseppe Frassino, 49 anni, di Rossano, fermato ieri e risultato intestatario del contratto di locazione del villino di Lido Scacchi, sulla riviera di Comacchio (Ferrara), dove il boss si era stabilito con la sua famiglia. Nell’abitazione di Frassino, a Castel Maggiore, i militari avevano sequestrato un vero arsenale: quattro pistole di vario calibro e una rivoltella cal.38 special, tutte con matricola abrasa; un caricatore per pistola semiautomatica; oltre 350 proiettili di vario calibro; 273 grammi di polvere da sparo; 1.445 grammi di esplosivo al plastico; due panetti di esplosivo al plastico; sei capsule incendiarie; 13 detonatori. Gli altri presunti fiancheggiatori finiti in manette sono Antonio Carbone, 29 anni, di San Luca, e Franco Tedesco, 46 anni, calabrese residente a Bologna, che erano con Acri al momento della cattura.

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