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Una giornata “per non dimenticare” quella vissuta a Balvano questa mattina. C’erano tutti. La politica, l’arcivescovo, le forze dell’ordine. E poi c’era loro: i balvanesi. La comunità che ha pagato il tributo maggiore al terremoto in termini di vittime. L’arcivescovo Agostino Superbo durante la celebrazione eucaristica, ha accolto tutti «nel segno dell’unico dolore e dell’unica speranza» sottolineando nella sua preghiera che, anche di fronte alla morte che ha colpito i paesi del terremoto, bisogna saper cogliere il prodigio della vita. Il sindaco Costantino Di Carlo ha voluto raccontare nel suo intervento, la storia di Vincenzo D’Alessandro che quella tragica domenica di 30 anni fa ha perso la moglie e i 4 figli nella chiesa del paese. «Ora Vincenzo – ha detto il sindaco – guarda in faccia la vita e il segno di questa rinascita sono le sue due figlie». Il governatore De Filippo ha invece parlato di «comunità sfigurata nel suo volto più immacolato» ma che ha saputo rialzarsi «grazie ai propri valori e alla propria determinazione». Subito dopo il governatore ha preso la parola il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino. «Permettetemi – ha esordito – di parlare soprattutto come sindaco di Torino. Senza quello che i lucani hanno fatto per Torino, la mia città sarebbe molto meno di quello che è». Il presidente dell’Anci ha poi fatto prendere un solenne impegno a tutti i suoi colleghi lucani. «La priorità nel nostro lavoro deve essere l’impegno affinché queste tragedie, nel limite della nostra competenza, non succedano più». La mattinata è poi proseguita con la scoperta del Monumento regionale in ricordo delle vittime del terremoto, opera realizzata da Antonio Masini. Alla fine della mattinata i sindaci del cratere hanno ricevuto le riproduzioni dello stesso monumento.
g. r.

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