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di Pietro Scognamiglio

UN anno fa, all’alba, il calcio potentino deflagrava. Una sinistra coincidenza con la data più tragica della storia del capoluogo lucano. Ma l’esplosione del 23 novembre 2009, purtroppo, era nell’aria. Aveva un precedente. “Il Potenza ha fatto boom”, titolammo lunedì 21 aprile 2008, il giorno dopo quel famigerato Potenza – Salernitana che ancora intasa le aule della giustizia sportiva. La Figc ha aperto, chiuso e riaperto quel processo. Si è discusso di una partita venduta e comprata. Il patron finì in carcere per restarci fino alla fine di maggio di quest’anno.
Due supertestimoni lo inchiodavano. Le quote societarie furono sequestrate. L’amministrazione del club passò nella mani di Arcieri e Galigani. Poi anche dell’amministratore giudiziario Bavetta. Fino a pochi giorni orsono. Nel bel mezzo una mancata iscrizione ai professionisti e un lento sprofondare nei meandri del calcio regionale. E ancora non è finita, perchè si discute in queste ore nel processo presso il Tribunale di Potenza, ma il 20 gennaio si parlerà ancora di giustizia sportiva. Sicuramente al Potenza (a Postiglione) Palazzi non farà gli occhi dolci, probabilmente una buona difesa potrebbe evitare altri danni. Anche in Federazione interesse a sparare sulla croce rossa non ce n’è. Già in estate, sottotraccia, dai corridoi romani di via Allegri una sponda era stata offerta. Potenza (città) non è stata in grado di trovare 100mila euro per creare una nuova società e iniziare a scrivere il futuro. Bomba o terremoto che sia, non si ricostruisce assemblando macerie. La giustizia ordinaria farà il suo corso, qui parliamo solo di sport. E’ stato perso un anno, ma il futuro sembra proprio che non passerà dal Potenza Sport Club.

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