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CRACO – La piccola città di Craco come Pompei.
La pioggia abbondante dei primi giorni di novembre ha causato, infatti, l’improvviso cedimento della parte retrostante del tetto della Chiesa Madre, edificio sacro risalente al 1400 e ubicato nel centro storico.
A denunciarlo è il sindaco, Pino Lacicerchia, che sottolinea come da oltre un anno il Comune si batta per avere ascolto dalle istituzioni regionali e nazionali, ma nulla si è mosso.
«Aspettando che la sensibilità delle istituzioni e del mondo della cultura abbia a manifestarsi sostenendo la nostra battaglia per salvare Craco -commenta Lacicerchia non senza una punta di amarezza- continuiamo ad agire e realizzare cultura, eventi e opportunità per il territorio. L’ultimo film, “Murder in the Dark”, girato a Craco nel mese di maggio ha portato circa 100.000 euro di investimenti di una produzione indipendente di Los Angeles (albergo e ristorazione a Policoro, servizi tecnici a Matera, servizi di location a Craco ecc.). Abbiamo avuto circa 30.000 visitatori nel periodo aprile-ottobre , la maggior parte proveniente da alberghi e villaggi turistici di Matera e del Metapontino. L’unico soggetto in campo è il Comune e i giovani di Craco, che con passione si impegnano come volontari e come cittadini a difesa della loro storia e identità culturale. Ma vogliamo ricordare a tutti che non siamo una comunità usa e getta».
Nel frattempo il Ministero dello Sviluppo economico ha rilasciato il permesso di ricerca di idrocarburi Monte Negro, che interessa in gran parte il territorio comunale di Craco.
«Come sindaco -prosegue Lacicerchia- ho chiesto un incontro urgente alla Compagnia petrolifera, per stipulare da subito un accordo rispettoso del territorio, dell’ambiente e della dignità delle popolazioni e istituzioni locali (sono interessati anche in parte i territori di Stigliano e San Mauro Forte e in misura marginale Aliano, Tursi, Salandra e Ferrandina). Già nella conferenza di servizio abbiamo chiesto una procedura diversa da quella seguita in Val D’Agri; già in questa prima fase di ricerca, infatti, non siamo disponibili a far sostenere al nostro territorio i costi ambientali e infrastrutturali e vogliamo istituire, d’intesa con la compagnia Celtique Energie Petroleum Lmt e la Regione, una autorità scientifica e tecnica comune per il monitoraggio e la pianfiicazione delle attività. Le nostre proposte sono una condizione chiara e non consentiremo di utilizzare il nostro territorio senza garanzie di sicurezza ambientale e di salute per i cittadini e senza adeguati ritorni per lo sviluppo e l’occupazione locale».

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