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di SALVATORE SANTORO
Fino a pochi mesi “litigavano” all’interno dello stesso partito. Ora le loro strade si sono divise. Uno, Felice Belisario è rimasto in quella che considera casa propria (politicamente parlando) e continua la propria corsa da leader. L’altro, Michele Radice, dopo aver digerito una serie di “rospi” per un paio di anni ha sbattuto la porta e si sta facendo un movimento politico tutto suo.
La sensazione, è che tranne per i primi mesi della loro convivenza politica nell’Idv di Basilicata con l’elezione congressuale di Radice come segretario regionale dipietristi, i due politici lucani non si siamo mai amati.
Tranne forse in qualche “rara” occasione. Oggi però c’è una “strana” coincidenza. Tutti e due commentano la notizia che il presidente della giunta regionale Vito De Filippo nella prossima manovra Finanziaria della Regione non ha intenzione di procedere alla riforma delle Comunità locali. In pratica non sarà approvato il disegno di legge che prevedeva la riconversione della tradizionali 14 Comunità montane in 8 nuovi enti (già denominati appunto Comunità locali) che territorialmente sarebbero coincisi con le aree Pit. De Filippo ha giustificato questo cambio di programmazione (nella riunione con i segretari della maggioranza di centrosinistra) con la necessità di ridurre i costi della politica. Nulla di “strano” che due politici lucani commentino una notizia del genere. La cosa particolare però è che di tutta la galassia politica lucana sono gli unici che ne parlano oggi. A distanza di qualche ora uno dall’altro (prima Radice).
I due continuano a “marcarsi”? Difficile stabilirlo. E anche se fosse non lo ammetterebbero mai. Ma di certo a leggere le due dichiarazioni una riflessione sorge: entrambi non sono disperati della non “creazione” delle Comunità locali. Anzi. Radice addirittura arriva a dire che «Io l’avevo detto» e attacca De Filippo che all’epoca (quando lui era segretario dell’Idv) non gli diede retta. Belisario invece non se ne fa un cruccio e rivendica che all’epoca della proposta l’Idv era stato “buon profeta” a prevedere che non si sarebbero costituite. Una cosa quindi è certa: o all’epoca Belisario e Radice erano d’accordo almeno su questa valutazione oppure uno dei due cerca di “attribuirsi” i meriti dell’altro.

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