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Udienza preliminare molto tirata quella relativa al processo dello smottamento che il 25 gennaio del 2009, sul tratto dell’A/3 compreso tra gli svincoli di Rogliano e Altilia, causò la morte dei catanzaresi Danilo Orlando e Nicolino Pariano. I due erano all’interno di un pulmino che stava tornando dalla Puglia, dove avevano partecipato a un torneo di calcetto aziendale. Il mezzo fu preso in pieno da una frana. I due morirono all’istante. In cinque, invece, rimasero feriti.
Il tratto autostradale in questione è stato costruito dalla metà degli anni ‘60 ai primi anni ‘70. In più la situazione è resa più complicata dalla circostanza che sopra il tratto autostradale è stata rinvenuta una strada poderale completamente priva del sistema di irregimentazione delle acque. Una strada che avrebbe potuto avere un ruolo nel verificarsi della frana. Per questo nell’indagine è finito anche il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Altilia.
Gli indagati sono Cesare Cosentini, 71 anni di Cosenza, Giuseppe Cavaliere, 52 di Lamezia Terme, Nicola Megale, 45 di Potenza, Angelo Gemelli, 41 di Dipignano (Cs), Bernardino Cipolloni, 80 di Roma, Luigi Oliva, 74 di Milano, Eugenio Bevacqua, 50 anni di Altilia (Cs), e Josè Librandi, 40 anni di Rossano (Cs). Per loro (difesi dagli avvocati Matteo Cristiani, Vincenzo Adamo, Nicola Carratelli, Sergio Sangiovanni, Franz Caruso, Francesco Gambardella, Piergiuseppe Cutrì e Giuseppe Milicia) l’accusa è frana colposa, omicidio colposo e lesioni colpose.
Tutte le accuse dovranno essere dimostrate dal pm Antonio Bruno Tridico, titolare del procedimento.

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