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Avellino-Vigor Lamezia 3-1
6′ rig. Mangiapane (V), 18′ e 47′ Ricci (A), 92′ Millesi (A)
Sul risultato di 1 a 1 clamorosa palla gol fallita da Catalano nel primo tempo. In vantaggio dopo tre minuti i lametini subiscono la reazione dell’Avellino. Mangiapane è riuscito solo a spaventare l’Avellino, che ha vinto lo scontro diretto play off. Tre giri di lancette e va in vantaggio la Vigor, con Mangiapane, realizzando un netto rigore provocato dall’ingenuo fallo di Ricci su Lattanzio. La trasformazione mette i brividi, perché Marruocco intuisce ma non riesce a trattenere la sfera che gli scivola sotto la pancia e lentamente si insacca. I padroni di casa reagiscono con veemenza ed autorità, senza lasciarsi condizionare dalla partenza in salita. E, con il trascorrere dei minuti, prendono in mano le redini del gioco, approfittando anche di alcune ingenuità calabresi ed errori (nei primi due gol) in fase d’uscita della palla dalla difesa. Marra va con gli undici che, prima della sosta, avevano steso la Vibonese; il neo acquisto Millesi ed il recuperato Scandurra si accomodano in panchina. Costantino non rischia l’ex Parisi, da poco rientrato da un infortunio, e sistema Sinicropi con Caridi al centro della retroguardia, che si conferma la più battuta del girone nelle gare in trasferta incassando altri tre gol al cospetto dell’attacco più prolifico di tutti nelle gare casalinghe.

Vibonese – Aversa Normanna 1-1
31′ Di Girolamo (A), 73′ Pasca (V)
Campani in vantaggio con una punizione di Di Girolamo deviata dalla barriera. L’attaccante si divora due palle gol e poi pareggia i conti con l’Aversa. La partita si divide in un primo tempo molto sonnolento e il secondo pieno di emozioni. Non vince la Vibonese, ma pure stavolta, così come era accaduto col Latina, esce dal campo a testa alta e, dopo aver rischiato un ko sostanzialmente immeritato, per via di una punizione deviata, trova la forza per pareggiare e sfiora anche la vittoria. Osservando la Vibonese, c’è da dire che il manto erboso del Luigi Razza, una vergogna per tutti, non è certo degno di una platea professionistica e se è vero che anche le squadre avversarie vengono penalizzate dal rettangolo di gioco, è altrettanto evidente che una formazione composta in larga parte da atleti brevilinei e non certo corpulenti, allora appare chiaro come l’undici di Tosi sia fortemente penalizzato. Andando alla gara con il team campano, il tecnico di casa conferma le previsioni della vigilia, ossia dà largo in porta a Mengoni, con Saraò in panchina e Senatore non si sa dove (ha rifiutato la panchina? La distinta, infatti, lo presentava come numero dodici) e ricorre al 4-4-2. Dall’altro alto, l’Aversa gioca con un 4-3-1-2, con Grieco ad agire alle spalle di Varriale ed Ercolano e una cerniera di tre centrocampisti a fare filtro davanti alla difesa

Catanzaro-Campobasso 1-2
30′ Murati (Cam), 50′ Scudieri (Cam), 75′ rig. Biondi (Cat)
Sul prato del Ceravolo sempre più deserto passa anche il Campobasso. Molisani in vantaggio con Murati e Scudieri, Biondi accorcia su rigore e si consuma così l’ennesimo scempio. In un impianto sportivo reso spettrale dalla mancanza di spettatori e dal buio che ha fatto solo immaginare le ultime fasi dell’incontro, è il Campobasso a fare festa ed a rimandare battuti, per la nona volta in dodici incontri, i padroni di casa che precipitano sempre più in fondo alla graduatoria. E così, mentre sembra ci sia che ancora, tra gli attuali soci dell’Fc, intenderebbe perseguire questo abominevole andazzo, nulla può la buona volontà di Ciano (e pochi altri) compagni contro la modesta ma ordinata squadra molisana che riesce nell’intento di allontanarsi dalle ultime posizioni di classifica grazie ad un doppio vantaggio solo dimezzato nel finale da un generoso rigore concesso ai giallorossi. Cosco, ben consapevole delle difficoltà in cui si dibatte il suo squalificato dirimpettaio Aloi, mette in campo una squadra estremamente didascalica in cui a giostrare di punta sono Murati ed il giovane Visconti con la coppia di centrali di centrocampo formata dagli strutturati Chiazzolino e Cacciaglia. In difesa, infine, l’esperto Di Fiordo lascia il lavoro sporco a Maglione intervenendo spesso in seconda battuta quasi da libero vecchia maniera. Aloi, dal suo canto, senza ben cinque squalificati, imposta il Catanzaro, come previsto, a specchio rispetto ai rivali con la coppia d’attacco formata da Beha e dall’evanescente Martinez

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