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Da oltre un decennio si parla di ospedale unico del Lagonegrese, senza però che nessuno abbia delineato bene le caratteristiche e le dimensioni della struttura, né la sua precisa ubicazione. E’ di questi giorni la notizia che sarebbe stata ultimata la fase progettuale e l’iter procedurale amministrativo ed utorizzativo, sicché a breve dovrebbe iniziare la cantierizzazione per la realizzazione dell’opera. Si è appreso che dovrebbe sorgere nei pressi dello svincolo autostradale di Lagonegro sud, che interesserebbe un’area di circa nove ettari e che sarebbe previsto un costo di oltre sessanta milioni di euro.

Ritengo che si possa essere d’accordo sull’idea di un grande ed unico ospedale, destinato a raccogliere tutte le professionalità mediche, paramediche ausiliarie ed amministrative del settore, presenti nell’area sud della Basilicata. Infatti, se tale concentrazione venisse opportunamente indirizzata verso una sinergica collaborazione di tutti i protagonisti, consentirebbe di esaltarne la professionalità e quindi di dare un’assistenza sanitaria di alto profilo ai pazienti dell’area e di quelle limitrofe. Ciò potrebbe contribuire altresì ad arginare quel pernicioso fenomeno dell’emigrazione sanitaria, particolarmente presente in questa parte della Basilicata. Anche se, a mio modesto avviso, la concentrazione è uno dei modi per raggiungere lo scopo, ma non è certamente il solo. Lo stesso risultato lo si potrebbe conseguire programmando un’adeguata rotazione dei vari professionisti tra i plessi presenti nell’area.

Da cittadino comune sento il bisogno di fare alcune considerazioni di carattere logistico, senza ovviamente addentrarmi in aspetti tecnici.

Sembrerebbe che, sorgendo nei pressi di uno svincolo autostradale, la sua ubicazione sarebbe felice e risponderebbe perfettamente alle esigenze delle popolazioni che dovrebbe servire. Non è così se si tiene conto del fatto che il posto è difficilmente raggiungibile sia dai comuni che sorgono lungo il letto del Sinni, sia da quelli del Pollino e sia da quelli ubicati verso la costa tirrenica. Potrebbe servire bene unicamente i cittadini residenti nei comuni campani e calabresi che si snodano lungo l’autostrada. Ma anche ciò è illusorio se si considera che a soli venti minuti di auto sorge il nosocomio di Polla. La scelta mi appare non ottimale anche se si pensa che il sito individuato è ad un’altitudine considerevole, sicché è interessato da fenomeni nevosi per molti giorni all’anno ed in tali condizioni è difficilmente raggiungibile.

Da cittadino che paga le imposte vorrei invece fare delle analisi di opportunità economica. Premesso che sul territorio sorgono già tre strutture ospedaliere, mi chiedo se era il caso di impegnare una cifra così significativa (Che certamente nella fase esecutiva salirà) per realizzarne una quarta. Qualora si fosse voluto realizzare un ospedale unico, sarebbe stato opportuno utilizzare uno di quelli già esistenti, per la cui realizzazione sono state spese decine di miliardi di lire. Sarebbe bastato veramente poco per modernizzarli e per adeguarli. La “centralità”, che si è invocata e che avrebbe dovuto indirizzare la scelta dell’ubicazione, non è una questione meramente geografica. Al contrario è una questione di tempo occorrente per
raggiungerlo. Visto che la scelta operata non rappresenta la soluzione ottimale, forse sarebbe stato sufficiente spendere una minima parte della somma occorrente per realizzare la nuova struttura per migliorare la viabilità. Ciò non sarebbe servito soltanto a raggiungere più agevolmente l’ospedale, ma anche a migliorare le comunicazioni per le aziende, per il turismo e per le altre esigenze di noi cittadini. Tanto dopo il problema si presenterà comunque e le strade per raggiungere l’ospedale dovranno essere realizzate o adeguate. Ritengo opportuno sottolineare ancora che, il concentrare in una sola struttura l’erogazione di tutta l’assistenza ospedaliera dell’area sud della Basilicata, non necessariamente comporterà un risparmio in termini economici. L’attuale accentramento, a livello provinciale, dell’assistenza ospedaliera sotto il profilo burocratico, organizzativo contabile ed amministrativo, che ritengo abbia già consentito di realizzare i risparmi rivenienti dalle economie di scala, non penso possa portare ulteriori significativi benefici. Vantaggi economici del tutto marginali non potranno mai compensare la perdita di un’assistenza ospedaliera meglio erogata perché più diffusa sul territorio.

Mi chiedo ancora, cosa ne sarà degli attuali plessi ospedalieri? Saranno convertiti in modo da avere una funzione ed una utilizzazione specifica, oppure saranno votati al deperimento e costituiranno alcune delle tante cattedrali del deserto, esempio fulgido di come si sia sperperato il denaro pubblico o, meglio, il denaro di noi contribuenti?

Alla luce di quanto sopra è emerso mi domando altresì se il futuro ospedale unico del Lagonegrese sarà utile ad arginare l’emigrazione sanitaria, oppure servirà ad alimentarla ulteriormente?…Cosa che io mi permetto fondatamente di sospettare.

Gaetano De Filippo

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