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La cosca Cordì di Locri voleva screditare il pentito Domenico Novella le cui dichiarazioni hanno consentito di far luce sull’omicidio di Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005. Il particolare è stato raccontato nel processo d’appello per l’omicidio Fortugno dal collaboratore di giustizia Domenico Oppedisano, figlio illegittimo del capobastone Domenico Cordì ucciso nel 1967 nella cosiddetta strage di Piazza Mercato.
Oppedisano, la cui testimonianza è stata chiesta dai difensori di alcuni imputati, in videoconferenza ha raccontato che «fu avvicinato da alcuni esponenti della cosca Cordì che mi chiesero di fare delle false testimonianze in due processi per screditare Domenico Novella che ha collaborato nell’inchiesta sull’omicidio di Fortugno». Al termine della deposizione di Oppedisano il processo è stato aggiornato al 9 dicembre quando inizierà la requisitoria della Procura generale di Reggio Calabria. In primo grado sono stati condannati all’ergastolo Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, accusati di essere stati i mandanti dell’omicidio, e Salvatore Ritorto e Domenico Audino, indicati come esecutori materiali.

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