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«In Calabria potranno sorgere degli asili nido anche nel contesto familiare perchè in una società moderna, rappresentano insieme a quelli classici delle strutture importanti e sono i punti di riferimento non solo per quei genitori che sono impegnati nel mondo del lavoro, ma per tutto il sistema familiare. Per questo come assessorato guardiamo con grande interesse verso queste strutture, che sono, appunto, fondamentali e determinanti in una collettività attuale». Così l’assessore regionale alle politiche sociali della Regione Calabria, Francescantonio Stillitani (Udc), commentando l’approvazione da parte della giunta regionale, su sua proposta, le linee di indirizzo per la prima infanzia da 0 a 36 mesi per il periodo sperimentare 2010-2013 nell’ottica educativa e della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.
Questo progetto – si legge in una nota – che introduce in Calabria per la prima volta la possibilità di realizzare dei servizi educativi in un contesto familiare. In particolare sono previsti spazi per bambini dai 18 ai 36 mesi, centri per bambini e famiglie, servizi e interventi educativi in contesto domiciliare. Si tratta di una vera e propria rivoluzione voluta dall’assessore che oltre a puntare alla trasformazione del concetto dell’assistenza all’infanzia, a stabilire delle regole certe per chi vuole espletare anche questa attività, al di fuori delle strutture ricettive classiche come gli asili nido, punta a creare posti di lavoro, in una regione segnata da una disoccupazione elevata.
L’approvazione delle linee di indirizzo è – spiega l’assessore – un ulteriore obiettivo raggiunto nel campo delle politiche sociali. Rappresentano un primo passo nel sistema del sostegno all’infanzia, in vista di modificare la legge regionale vigente che risale ad oltre 30 anni fa in considerazione delle difficoltà che gravano soprattutto sulla famiglia e sulla donna e i sistemi di protezione da adottare rispetto ai bambini di età compresa tra 0 e tre anni( sia nelle strutture pubbliche che nelle strutture private).
Bando di circa 13 miulioni di euro rivolto ai privati che vorranno realizzare queste strutture innovate. A conferma dell’interesse verso questo importante settore e per offrire un quadro chiaro di tutte le innovazioni nel settore dell’infanzia la Regione in collaborazione con il Dipartimento della Famiglia ha organizzato un convegno per il 6-7 dicembre alla Fondazione Terina di Lamezia Terme dal titolo «Dai nidi alla costruzione di un sistema integrato dei servizi».
«Le linee di indirizzo – spiega – hanno lo scopo di regolamentare i servizi per l’infanzia diversamente caratterizzati sul territorio regionale, raggruppandoli per tipologie omogenee, al fine di offrire un quadro preciso di riferimento alle famiglie per aumentare l’offerta educativa e tipologica dei servizi e consentire loro di scegliere tra più opzioni possibili, ed inoltre offrire servizi flessibili in rapporto alle diverse esigenze di cura ed educazione dei figli, in una logica di qualità. C’è anche l’obiettivo di individuare un sistema di regole esplicite per tutti i soggetti pubblici e privati interessati a sviluppare e gestire il sistema integrato dei servizi per la prima infanzia e concorrere all’innalzamento degli standard qualitativi di erogazione.
L’attuale legislazione regionale, – continua – la numero 12 del 27 agosto 1973, «Disciplina degli asili-nido», è obsoleta rispetto alle esigenze del settore, si ritiene opportuno una sperimentazione che riguardi i servizi educativi per la prima infanzia (0-3 anni) che tenga presente l’aumento e la differenziazione dei servizi avvenuta in questi ultimi decenni per approdare in maniera consapevole ad una nuova legge di prossima presentazione da parte del dipartimento. Per la definizione delle tipologie dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, nelle linee guida sono state tenute presenti le indicazioni offerte dal «Nomenclatore interregionale degli interventi e dei servizi sociali» del Cisis (Centro interregionale per i sistemi informatici, geografici e statistici), approvato in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 29 ottobre 2009.
Il nomenclatore favorisce un linguaggio comune e rende possibile il confronto con altre regioni su voci omogenee tra i diversi sistemi di Welfare regionali, facilita l’iter autorizzatorio e darà maggiori garanzie ai genitori della scelta del servizio più idoneo per il figlio. Nella direttiva sono definite le diverse tipologie di servizio sia pubblico che privato, che risultano essere l’espressione di un progetto pedagogico ed educativo. Le tipologie previste sono il nido di infarina e i servizi integrativi per la prima infanzia Il nido d’infanzia è un «servizio rivolto alla prima infanzia (0-3 anni) per promuovere lo sviluppo psico-fisico, cognitivo, affettivo e sociale del bambino e offrire sostegno alle famiglie nel loro compito educativo.
Rientrano sotto questa tipologia – dice l’assessore – gli asili nido pubblici, gli asili nido aziendali e i micro-nidi e le sezioni 24-36 mesi aggregate alle scuole dell’infanzia». Mentre nei servizi integrativi per la prima infanzia rientrano i servizi previsti dall’articolo 5 della legge 285/97 e i servizi educativi realizzati in contesto familiare».
«In particolare: spazi gioco per bambini dai 18 ai 36 mesi (per max 5 ore); centri per bambini e famiglie; servizi e interventi educativi in contesto domiciliare». Le Linee d’indirizzo in particolare prevedono le procedure per l’autorizzazione al funzionamento e l’accreditamento per nidi d’infanzia, micro-nidi e servizi integrativi. Nei servizi all’infanzia – dice Stillitani – forte impulso al potenziamento del sistema è stato fornito dalla delibera Cipe n.82 del 3 agosto 2007 con il quale è stato approvato il documento «Regole di Attuazione del meccanismo di incentivazione legato agli Obiettivi di servizio del QSN 2007-2013».
Il meccanismo premiale degli obiettivi di servizio prevede una premialità destinata alle otto regioni del sud che al 2013 avranno raggiunto i livelli medi nazionali con riferimento ad alcuni obiettivi considerati strategici. Tra gli obiettivi di servizio è considerato strategico l’aumento dei servizi di cura alla persona, in particolare per l’implementazione del sistema dei servizi 0-3 è necessario raggiungere entro il 2013 gli obiettivi fissati dagli indicatori S .04 (35% di Comuni interessati alla presenza di servizi educativi) e S .05 (12% di offerta) per ottenere le risorse premiali a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio Programmazione Regionale Unitaria 2007-2013», ed in particolare: aumentare i servizi di cura per l’infanzia, con l’obiettivo specifico di incrementare la percentuale di Comuni che attiveranno servizi per l’infanzia sul totale dei Comuni della Regione, ed incrementare, inoltre, la percentuale di bambini che usufruiscono dei servizi per la prima infanzia sul totale della popolazione in età 0-3 anni. Nel territorio Regionale secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat (2008) risulta che la percentuale dei Comuni che hanno attivato servizi per l’infanzia sul totale dei Comuni della Regione Calabria è pari a 15,6; mentre la percentuale di bambini tra zero e fino al compimento dei 3 anni che hanno usufruito dei servizi per l’infanzia sul totale della popolazione della Calabria in età 0-3 anni è pari a 2,7. La premialità che verrà conferita alla Regione Calabria è di 40 milioni di euro se verranno raggiunti i due indicatori, somme che verranno direttamente erogate ai comuni performanti. Per raggiungere queste finalità il Dipartimento prevede di avviare in tempi brevi un Avviso Pubblico per la realizzazione e l’adeguamento di nidi d’infanzia privati e al contempo si prevede di erogare Incentivi all’acquisto di servizi di cura in forma di voucher/buono per i servizi offerti da strutture specializzate (nidi, centri diurni/estivi per minori, ludoteche».

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