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Potrebbe uscire a momenti dal carcere di Secondigliano dov’è detenuto dallo scorso martedì perchè un certificato medico avrebbe documentato che l’ex agente del Sisde Nicola Cervone è “incompatibile” con la galera. L’indiscrezione è trapelata da Catanzaro dove soltanto giovedì Cervone è stato sentito dai magistrati che si stanno occupando dell’inchiesta il gip Tiziana Macrì, il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, e il sostituto Simona Rossi. A loro si era dichiarato “estraneo a tutte le accuse” riferendo di non aver mai scritto le lettere contro Woodcock e di essere estraneo ad ogni ipotesi accusatoria circa una presunta delegittimazione dell’ex pm di Potenza. Per gli investigatori invece sarebbe proprio lui il “corvo” responsabile degli scritti in cui si denunciavano una serie di fughe di notizie su indagini che il magistrato stava compiendo a Potenza. A spedire le lettere, indirizzate ai giornali e ad alcuni uffici giudiziari, fu un agente della polizia di stato in servizio presso il commissariato di Cerignola, Leonardo Campagna, che è indagato. Le lettere di calunnia, secondo quanto si è appreso, erano finalizzate a delegittimare Woodcock che, insieme al suo collega Vincenzo Montemurro, ora in servizio alla Procura di Salerno, indagavano sugli intrecci tra politici e criminalità lucana. In un secondo filone dell’inchiesta sono indagati due magistrati della Procura generale di Potenza, Gaetano Bonomi e Modestino Roca, un autista dello stesso ufficio giudiziario ed un imprenditore.

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