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Fa registrare sviluppi l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza nello scorso mese di giugno e conclusasi con l’esecuzione di sequestri patrimoniali e misure cautelari nei confronti di 24 persone, accusate di far parte di una più ampia associazione per delinquere, operante su scala internazionale, finalizzata all’illecito conseguimento di cospicui finanziamenti pubblici concessi per la realizzazione di programmi di investimento in Calabria.
I finanzieri della compagnia di Rossano, coordinati dalla locale procura della Repubblica, hanno provveduto a eseguire un altro decreto di sequestro preventivo emesso dal tribunale di Rossano nei confronti di una società del cosentino con sede legale a Cosenza, ma di fatto operante nel Coriglianese. La società in questione, operante nel settore edilizio, era stata costituita allo scopo di eludere i vincoli restrittivi imposti dalle precedenti misure cautelari. Si tratterebbe, in definitiva, di una società creata e voluta allo scopo di convogliare in una nuova compagine societaria sia i beni sia le proprietà di un’altra ditta che, nel frattempo, è stata cancellata dal registro delle imprese. Per tale motivo, secondo gli inquirenti, la neo società altro non era che la prosecuzione, sotto nuova denominazione, della vecchia ditta, riconducibile, sottolineano i finanzieri, «al deus ex machina della consorteria affaristica e criminale già smantellata». Il sequestro, finalizzato alla confisca per il reato di truffa, è stato disposto anche al fine di evitare che la neo costituita società potesse procacciare, sul mercato, altri ingenti finanziamenti pubblici con modalità truffaldine. Il sequestro ha riguardato la totalità delle quote detenute dalla compagine societaria, per un valore nominale pari a 2.500.000 euro, nonchè due impianti fotovoltaici per un valore di 700.000 euro realizzati dalla vecchia ditta individuale e da questa donati alla nuova società, per cui era già stata acclarata la falsità della documentazione posta a corredo della richiesta di finanziamenti anche nel settore ambientale. A conclusione dell’attività investigativa, inoltre, sono stati segnalati alla procura regionale della Corte dei Conti di Catanzaro 11 indagati, coinvolti a vario titolo nel sodalizio criminale e ritenuti responsabili di aver cagionato un danno all’erario pari a 5.336.598 euro.

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