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I cinque milioni di euro destinati alla forestazione per l’anno 2010 – così come peraltro era avvenuto già nel 2009 – sono il frutto di un’opera di “moral suasion” portata avanti dal presidente De Filippo nei confronti dell’Eni. Opera materialmente espletata in sede di “comitato paritetico” Eni-Regione dal presidente del medesimo organismo: il capo di gabinetto della Presidenza Raffaele Rinaldi. Come si ricorderà, il protocollo di intenti sottoscritto nel 1998 tra Regione Basilicata ed Eni era articolato su 12 accordi attuativi. Il primo, relativo alla compensazione ambientale (forestazione) prevedeva un contributo di 11 miliardi di vecchie lire per 10 anni. Di conseguenza l’ultimo piano di forestazione finanziato con queste risorse è stato quello del 2008. Il secondo progetto, denominato sviluppo sostenibile, era soggetto ad una “clausola di sospensiva”. Nel senso che l’Eni avrebbe dovuto erogare le risorse previste, e cioè 4 miliardi di lire all’anno a decorrere dall’entrata in funzione del Centro Oli di Viggiano (e senza nessuna scadenza), solo quando fossero stati perfezionati tutti gli adempimenti posti a carico della pubblica amministrazione, a partire da quelli di competenza dei Comuni interessati alle estrazioni petrolifere. E’ noto che alcuni di questi adempimenti, soprattutto sul versante municipale, non sono stati ancora portati a termine. Ciò nonostante la Regione – in forza di quella “moral suasion” posta in essere dal presidente della giunta e dai suoi collaboratori cui si accennava in precedenza –è riuscita ad ottenere ugualmente dall’Eni il versamento dei 4 miliardi di lire (2 milioni di euro) sia per l’anno 2009 che per il 2010. La stessa cosa è avvenuta per il progetto relativo alla gestione del sistema di monitoraggio che prevede il versamento di 6 miliardi di lire (3 milioni di euro) per 15 anni a partire dalla entrata in funzione del Sistema di monitoraggio ambientale, da realizzare con un finanziamento una tantum di 10 miliardi di lire. Questo Sistema è stato già appaltato dalla Regione ed è attualmente in fase di realizzazione. Il che significa che non essendo entrato in funzione il Sistema di monitoraggio, l’Eni non sarebbe stata tenuta a versare ( come ha fatto sia per il 2009 che per il 2010) i 3 milioni di euro per la gestione della rete di monitoraggio. Essere riusciti a “convincere” la società del cane a sei zampe a corrispondere sia questi tre milioni che gli altri due dello sviluppo sostenibile per finanziare la forestazione è stato quindi un atto di virtuosa diplomazia istituzionale, che ha consentito alla Regione di non interrompere il programma di forestazione scaduto nel 2008, il quale al di là degli aspetti occupazionali, sicuramente importanti per i quasi 5000 addetti del settore, consente di preservare uno dei “tesori” più preziosi della Basilicata: l’ambiente. Ultima considerazione: gli interventi previsti dal protocollo “sviluppo sostenibile” (e cioè sostegno alle attività industriali e artigianali eco-compatibili, incentivi al turismo ambientale, sostegno per la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e così via) sono stati comunque realizzati attraverso il Programma operativo val D’Agri, con un plafond di 350 milioni di euro messo a disposizione dei 30 comuni dell’area.

Nino Grasso – Portavoce Presidente Regione

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