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di PARIDE LEPORACE
C’è un gruppo editoriale che riesce a guardare oltre Roma, Milano e il solito Nord. Ci riferiamo al Sole 24 ore che ieri ha dedicato l’apertura del suo sito alla Basilicata. Capocronaca della home un documentato https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-12-02/basilicata-coast-coast-ovvero-201055.shtml?uuid=AYY9dToC#continuearticolo di Sara Bianchi titolato “La Basilicata del Pd coast to coast, ovvero così la Lucania è diventata l’Emilia del Sud”. E già questa è una notizia. Un medium nazionale scopre con evidenza che il Pd ha una roccaforte al Sud. Quello che non riesce al giornale di riferimento di casa De Benedetti che non ha mai dedicato una preziosa mappa di Ilvo Diamanti a questo fenomeno sociologico, anzi ha preso la palla al balzo della recessione per annunciare una morte che non c’è stata. Sul punto Vincenzo Folino ha anche denunciato un complotto a tavolino ordito dai nuovi padroni dell’energia. E ricordiamo la svista di Curzio Maltese che, in chiave di previsioni, alle regionali non dedicava neanche una parola alla sicura vincente Basilicata. Lo stesso dicasi per Corsera che nel suo archivio data l’ultimo reportage ai tempi di Colombo e via via tutte le testate di area progressista poco interessate ad una regione con bassi indici di lettura.
Sara Bianchi elenca i dati inoppugnabili della supremazia. Storicizza molto bene il post Tangentopoli con l’unione tra colombismo e centrosinistra come opposizione politica e culturale al berlusconismo.
La giornalista fa parlare Antonio Boccia (qui si sussurra di un’imbeccata partigiana del portavoce Grasso) che storicizza la genesi dell’Ulivo lucano affermando: «Eravamo realmente servitori del popolo, a disposizione delle persone 24 ore su 24. E non abbiamo mai avuto scandali, ruberie, anche se le inchieste di Tangentopoli riguardarono pure noi». Ovviamente parla anche il giovane segretario regionale, Roberto Speranza, e le analisi vanno su temi che al Quotidiano abbiamo spesso enucleato, come le similitudini con la Lega e gli anticorpi antropologici che tengono freno ai berluscones. Scontati i peana del governatore De Filippo (vi rimandondo alla lettura integrale dell’articolo consultabile anche attraverso il nostro sito www.ilquotidianodellabasilicata.it), molto interessante il commento di Davide Zoggia, responsabile nazionale del Pd per gli enti locali che rintraccia nel partito lucano uno dei pochi innovatori del meridione. Inevitabilmente la chiusa dell’articolista diventa: “Insomma è anche studiando il modello lucano che il Pd, forse, potrebbe arrivare alla
maturità” e anche qui ho rintracciato sinfonie di casa ai nostri commenti. Chiariamo. Non siamo in presenza di una socialdemocrazia scandinava. Due commenti sul sito del Sole sono significativi. Un utente lucano scrive “Questo non è il bengodi… E’ terra che vede partire i propri figli, molti dei quali non potranno fare più ritorno perchè non vi sono processi virtuosi da innescare, ma solo una classe politica che perpetra se stessa e “assiste” tutto e tutti…”. Invece un veneto scrive: “Complimenti alla Basilicata e ai suoi amministratori e politici
locali. Sono la testimonianza di una Italia diversa reale e a misura di uomo e nello stesso tempo moderna. Io sono Veneto e preferisco il loro modello al nostro”. E in questi due commenti forse troviamo una verifica sul fatto che ognuno vede il meglio sempre altrove. In un momento di gran caos, con un Pd nazionale molto incerto sulla sua sorte futura, c’è comunque un partito regionale che funziona per la ditta Bersani. Quello lucano. Qualche democratico locale teme che il ciclo sia alla fine. Ma la debolezza degli oppositori lascia aperte le possibilità di continuismo. Un altro dirigente locale di provenienza Ds, invece,
commenta in questo modo l’articolo: “Un po’ schiacciato sulla tradizione Dc, comunque bene che si guardi a noi come modello”. Infatti ieri la rete democratica lucana ha linkato in lungo e largo l’articolo. Ma l’approfondimento del Sole non si è limitato al Pd. La notista politica ha ricordato le inchieste su Margiotta, Luongo e De Filippo e il segretario Speranza ha opposto che mai nessun dirigente del Pd è stato condannato. Alla vicenda è dedicato un corposo approfondimento dello specialista Roberto Galullo, giornalista molto documentato e mai compromissorio, che nel suo incipit osserva: “In Basilicata le grandi inchieste giudiziarie si aprono e si archiviano. A volte non si aprono neppure quando dovrebbero”. E poi la mano passa a Don Cozzi. E su questo tema spinoso spetta a noi ancora approfondire molto.
Un giornale come quello di Confindustria non poteva trascurare l’economia e qui l’approfondimento di Giuseppe Latour indica la sintesi con il significativo titolo “La Basilicata tra aspettative (tradite) del petrolio e promesse del turismo”. Abbiano riletto i titoli, cui abbiamo dedicato la nostra prima pagina, sulle attenzioni che negli ultimi mesi sono giunte da Financial Times e New York Times su una terra che al tempo della globalizzazione affascina e incuriosisce. Infatti il pacchetto del sito del Sole si completa con una dotta scheda
cinematografica titolata “Matera, Craco, Aliano. Gli scenari lucani che fanno sognare i cineasti”. “Basilicata coast to coast” è stato il vero avvenimento lucano dell’anno. Ha rivelato questa terra alla nazione. Ma c’è ancora molto da fare. Pensiamo al grifone che vola sul Pollino, emblema significativo della saga di Herry Potter. E la bacchetta di sambuco dell’ultimo episodio dell’adolescente mago non potrebbe diventare emblema di Chiaromonte che mette da parte il familismo amorale a vantaggio della cultura fantasy che affascina gli adolescenti del pianeta? Basta riconoscere i segni giusti e proporli al mondo.
L’approfondimento del Sole 24 ore fa bene alla Basilicata. Avere buona stampa nazionale aiuta. Ma non basta. In un’epoca tanto difficile servono anche le buone opere. Quelle che Gattopardi e trasformisti al Sud hanno sempre avversato.

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