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La Vibonese strappa un pari e, per poco, dopo aver rischiato il tracollo, non conquista l’intera posta in palio. Succede di tutto nella gara con il Neapolis, giocata tra gli spalti deserti ed un manto erboso in condizioni vergognose. Finisce in parità, ma poteva stravincere la compagine ospite e poteva piazzare il colpaccio la Vibonese quando, in doppia superiorità numerica, il palo ha detto di no ad una conclusione, a portiere battuto, di Geraldi. La Vibonese versione casalinga ha mostrato i consueti limiti strutturali, le solite amnesie in difesa, la mancanza di nerbo e di esperienza in mediana e un attacco poco pungente. Tra l’altro, ancora una volta, al primo errore i rossoblù, che avevano bene iniziato la gara, sono andati sotto, quando Perna ha lasciato passare Longobardi e Rugiero si è perso Bonanno, libero di calciare in diagonale e di castigare l’incolpevole Mengoni.
Ad ingigantire i guai di Tosi ecco l’infortunio di Stefanini, che stava spingendo parecchio sulla destra e che in una squadra di brevilinei e di ragazzi, avrebbe comunque garantito peso ed esperienza. Spostato di fascia Rugiero (a destra ci è andato il duttile Mazzetto) e gettato nella mischia Ficara, il tecnico di casa ha chiesto ai suoi maggiore circolazione della palla e movimento sugli esterni, ma le sterili conclusioni di Pasca e Napoli hanno solo fatto il solletico al portiere ospite. Dall’altro lato, invece, D’Arrigo propone con un 4-4-2 un po’ ibrido, perché Bonanno teoricamente sarebbe il quarto di centrocampo a sinistra, ma in realtà finisce quasi sempre per fare da attaccante aggiunto, con Mannone, alle sue spalle, sempre pronto a spingere.

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