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di PARIDE LEPORACE
Era da tempo che non incontravo delle maestranze altamente motivate e soddisfatte del proprio lavoro, semplici operai e capireparto orgogliosi di un ciclo produttivo innovativo e utile alla loro vita ma anche alla collettività. La questione è nodale perché non avviene in un impianto manufattiero tradizionale ma in un grande stabilimento dove ogni singolo dipendente si occupa di trattare e riciclare e possibilmente riutilizzare ogni singolo rifiuto.
Ho avuto la possibilità per un’intera mattinata di seguire le attività del gruppo Seari collocato nella valle di Vitalba. E’ uno dei tre impianti che ancora funzionano in un’area industriale predata da avvoltoi del Nord che hanno aperto capannoni per potersi guadagnare investimenti a fondo perduto sommate come spreco del Sud e finite ad ingrassare le partite Iva della razza padrona padana. Qui un tempo si costruivano motori. Il mito dei pistoni da Formula Uno è morto quasi subito. Poi degli imprenditori locali, ma nel dna di uno di loro scorre anche generoso e creativo sangue romagnolo, hanno dopo qualche primo balbettio trovato la formula adatta per fare business con la monnezza. Nessun finanziamento pubblico e investimenti di tasca propria. L’impianto è un piccolo gioiello di nuova architettura industriale. L’esterno nel verde è distante anni luce dagli scenari da Blade runner che siamo abituati ad osservare attorno agl’inceneritori. All’interno gli uffici hanno un design da loft molto a la page. Nel ventre dell’impianto l’aria non è irrespirabile come ti aspetti. Il ciclo passa per le mani dei singoli che scartano, verificano, controllano.
I rapporti sindacali sono buoni. In una mensa a dimensione umana dirigenti e operai pranzano insieme gustando la buona cucina preparata da una signora del posto. I titolari pensano molto al sociale. Sono l’avanguardia vera di quell’economia green che in questa vallata è fatta di corpi che vivono meglio la loro epoca trattando materiali che non vanno dispersi. Meno disperdi più guadagni. L’azienda gestisce anche i compattatori automatizzati con dispositivo ottico. Hanno anche quelli piccoli buoni per i vicoli dei paesi che utilizzano il loro servizio. La differenziata è una realtà condivisa. Sono pochi comuni. Chi si occupa di rifiuti forse è bene che vada da Seari a comprendere come si governa un problema e come diventa una risorsa. Il futuro passa da Atella. Ricordiamocelo.

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