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Lucani a Roma in fermento dialettico. Dopo il mancato “scossone” di martedì scorso, il lavoro per i parlamentari lucani prosegue. Come se niente fosse. O quasi. Per il finiano Egidio Digilio è sempre un momento delicato. Fli dopo quello che è accaduto non è il partito più sereno dell’intero scenario.
Tanto che il senatore lucano ex segretario di An interviene per spiegare di essere «stanco di essere tirato in ballo ogni giorno da agenzie di stampa e da giornali quale uno dei probabili parlamentari in uscita dal gruppo di Futuro e Libertà del Senato». Insomma Digilio è finiano e resterà finiano e precisa: «Non ho nulla da smentire perché i sospetti in politica non hanno alcun significato, anzi sono odiosi proprio come i sospetti sulla vita privata di ciascun cittadino. Piuttosto mi di aver firmato con altri colleghi di Fli quella lettera passata come “lettera delle colombe” per tentare in extremis un confronto Fli – Pdl, perché adesso viene considerata arbitrariamente e strumentalmente come un atto di distinzione dal gruppo dirigente Fli e da Fini. Posso garantire la assoluta compattezza della pattuglia Fli a Palazzo Madama, e se proprio qualcuno un domani dovesse cambiare idea mi sia consentito, se non altro per l’esperienza diretta in azienda zootecnica, siamo buoni anche noi a fare il mercato delle mucche. Magari non come Berlusconi che opera sui mercati internazionali, ma comunque sappiamo distinguere le mucche podoliche dalle chianine…».
Diverso il tenore delle dichiarazioni quotidiano del deputato del Pd di Basilicata Salvatore Margiotta. Lui non ha bisogna di dichiarare amore al proprio partito. Piuttosto è impegnato a spiegare il proprio lavoro parlamentare nella Commissione Ambiente. E ieri è stato approvato proprio un emendamento nell’ambito del disegno di legge per i rifiuti della Campania a firma del deputato lucano che ne spiega il senso: «Ha corretto la formulazione ambigua dell’articolo della legge in esame cui il governo era giunto per mediare i profondi contrasti in seno al PdL campano, ed in particolare tra il ministro Carfagna da una parte, e il segretario regionale, Nicola Cosentino e il presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli dall’altra. Contrasti su una materia non da poco: l’individuazione dei soggetti delegati alla gestione degli appalti per la realizzazione delle infrastrutture necessarie al ciclo di smaltimento dei rifiuti campani (termovalorizzatori, discariche, ecc.). Il testo del Decreto dava facoltà al presidente della Regione di nominare, allo scopo, commissari in sostituzione dei presidenti delle Province, lasciandogli quindi la possibilità di non farlo; ora, grazie all’emendamento del Pd, la facoltà è trasformata in obbligo, sicchè gli interventi saranno gestiti da prefetti, magistrati o avvocati dello Stato, e non dalle istituzioni locali».
Completamente “preso” dal proprio ruolo di sponsor dell’azioni del governo centrale è invece, il senatore del Pdl lucano, Cosimo Latronico. Questa volta interviene per precisare che «il ministero dello Sviluppo economico ha confermato che non è intenzione del governo sopprimere né, tantomeno, ridimensionare lo strumento delle Zone franche urbane». Latronico dichiara di voler smentire le «dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da alcuni responsabili dall’Anci sulla supposta decisione del governo di cancellare le risorse per le Zone franche».

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