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“Il modello che emerge dalla relazione del Presidente sulla Finanziaria mostra una Basilicata ferma, che fa fatica ad uscire, anche per effetto del più generale peggioramento del quadro economico internazionale e della lunga fase di stagnazione senza aver migliorato e favorito quei processi di cambiamento e di innovazione annunciati in questi anni. Quindi c’è un quadro ancora desolante ed allarmante segnato da una spirale negativa ed accompagnato da previsioni assolutamente non incoraggianti. Una manovra che, pur comprendendo le ragioni della riduzione dei fondi trasferiti alle Regioni, si regge su un’impalcatura finanziaria solo formalmente adeguata, in quanto le risorse finanziarie messe a disposizione non sono finalizzate alla produttività degli interventi e quindi a perseguire sviluppo ed occupazione”: è il giudizio del consigliere regionale del Pdl Franco Mattia (nella foto) che annuncia il voto contrario del Pdl.
“Il bilancio – aggiunge – contiene nuovamente buoni propositi volti alla creazione di opportunità e percorsi per il sostegno alle fasce sociali più deboli, alla tenuta del sistema sanitario regionale, al miglioramento della qualità della vita e del welfare, allo sviluppo delle infrastrutture e delle imprese. In sostanza, si ripropongono argomenti e linee guida già trattati nelle precedenti finanziarie che ogni anno poi vengono diversamente sviluppati in funzioni di obiettivi generici. Questo è l’elemento prioritario di quel rapporto creato nei documenti contabili che rimangono però privi di efficacia, in quanto annullati dall’artificio della programmazione. E’ il denominatore della gestione clientelare delle risorse, le quali in assenza di un’efficace sistema di controllo di dati effettivi concorrono poi a costituire quelle situazioni di potere e di ristagno istituzionali che hanno mortificato e avvilito il potenziale produttivo della Regione”.

Secondo il consigliere del Pdl, inoltre, “il sistema produttivo regionale nelle sue dirette connotazioni ha registrato negli anni più vicini, nonostante massicci interventi predisposti, una crisi profonda, una consistente evoluzione che hanno contribuito ad abbassare significativamente i livelli complessivi di competitività mettendo in cassa integrazione e in mobilità migliaia di lavoratori.
La verità è che le politiche regionali di sviluppo hanno subito in questi anni, nonostante le strategie innovative delineate nelle varie finanziarie, una palese involuzione e un vistoso arretramento, perché non si è provveduto a nostro avviso ad approntare i nodi strutturali, tipici dell’apparto produttivo di questa regione”.

“Noi – dice ancora Mattia – siamo d’accordo che si costruiscono nuovi modelli organizzativi basati sul criterio della individuazione di precise responsabilità, ben coordinate nel perseguimento di obiettivi generali. A riguardo le disposizioni in materia di governance territoriali e settoriali, dall’articolo 20 a 24 del ddl, che rappresentano poi il fulcro di questi modelli rimasti in finanziaria solo per poco tempo, essendo state cancellate dalle Commissioni, potevano costituire una vera pietra miliare dell’ordinamento amministrativo in tema di organizzazione delle pubblica Amministrazioni subregionali in quanto recavano una netta distinzione tra funzione di programmazione di indirizzo e controllo, conferito alle Regioni e quello di gestione attribuito agli Enti locali e periferici. L’atto di cancellare, per iniziativa di una parte della maggioranza, senza una sua preventiva intesa con la Giunta, una parte significativa della finanziaria relativa al governo territoriale e settoriale – continua il consigliere del Pdl – mette in rilievo il salto negativo del bilancio nell’azione di governo regionale incapace di trovare soluzioni idonee ed appropriate ai problemi non risolti in tanti anni, creando nell’ambito della maggioranza un clima di tensione. E’ inutile nasconderlo c’è un clima di disorientamento e di sfiducia crescenti, soprattutto una frattura politica, che lascia il segno, indicando che in questo Consiglio, vi è una maggioranza forte che è data dai numeri delle elezioni, ma vi è un governo regionale debole. Questa è la realtà di questa finanziaria che evidenzia una contrapposizione molto evidente e molto marcata fra le forze della maggioranza, le quali hanno ridimensionato il progetto della Giunta. Comunque – conclude Mattia – non è la favola del riordino degli enti locali ad annullare il divario sociale economico e produttivo dei territori montani rispetto a quelli più sviluppati e più produttivi, in quanto non c’è bisogno di una legge a firma di questa Giunta che potrà cambiare il destino delle nostre comunità, un destino atroce, mortificato e contrassegnato dalla emarginazione, dallo spopolamento e dalla disoccupazione, ma anche dalla disperazione”.

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