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I carabinieri di Genova hanno arrestato il latitante Onofrio Garcea, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata all’usura e latitante da luglio. Garcea è considerato un esponente di spicco della ‘ndrangheta a Genova. Secondo quanto si è appreso è stato arrestato mentre faceva shopping a Pegli, sotto casa, in vista del Natale ed è stato un carabiniere di quartiere, mentre prestava servizio nelle vie di Pegli a riconoscerlo.
Il super latitante 60enne di Pizzo Calabro era riuscito nel luglio scorso a sfuggire all’arresto organizzato dai carabinieri del Ros, coordinati dal pm Alberto Lari, in esecuzione di un’ordinanza che lo aveva colpito insieme a Giuseppe Abbisso, siciliano di 50 anni. I due prestavano soldi ad usura ai commercianti della zona di Sestri Ponente utilizzando metodi mafiosi per ottenerne la restituzione, applicando tassi di interesse del 240 per cento. Dopo la fuga Garcea era letteralmente sparito.
Il 3 novembre scorso, a Genova e Savona, i militari del Ros hanno sequestrato a Onofrio Garcea a titolo preventivo ai fini della confisca beni per un valore di 250mila euro. Nello specifico i militari avevano messo i sigilli a una finanziaria di cui Garcea era titolare a Cornigliano, a un’altra finanziaria a Cairo Montenotte, in provincia di Savona, a una società finanziaria con sede legale a Cornigliano, a due auto, tra cui una Maserati Gto, a un bar a Sestri Ponente e bloccato vari conti correnti.
Per Garcea dopo la fuga era stata diffusa una nota di ricerca internazionale. Si cercavano sue tracce in particolare in Argentina e in Canada dove secondo i recenti risultati dell’indagine ‘Crimine’ condotta dalle procure di Milano e Reggio Calabria, sono presenti potenti e ben radicate ramificazioni della ‘ndrangheta.
Dopo l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, era emerso che Onofrio Garcea faceva parte della cerchia di conoscenze di Domenico ‘Mimmo’ Gangemi e Domenico Belcastro, i due presunti affiliati delle cosche di Siderno (Oppedisano) e Rosarno (Commisso) che furono arrestati a Genova nel maggio scorso in esecuzione della maxiordinanza dei tribunali di Milano e Reggio che portò in carcere in tutto il Paese 300 presunti affiliati alla ‘ndrangheta infliggendo un duro colpo all’organizzazione criminale calabrese.

IL LATITANTE AI CARABINIERI: “SIETE STATI BRAVI”«Complimenti, siete stati bravi ad avermi trovato. Ma avrei preferito passare il Natale a casa, con la mia famiglia». È quanto ha dichiarato Onofrio Garcea al carabiniere di quartiere Roberto Fontana che lo ha riconosciuto ed arrestato a Pegli, in una macelleria. Il latitante non ha opposto resistenza e si è consegnato dicendo solo quelle poche parole. Poi non ha più parlato. In tasca, Garcea aveva solo alcuni biglietti dell’autobus, ancora non obliterati e alcune centinaia di euro, per le spese quotidiane. Non aveva documenti nè chiavi di casa. Questo particolare ha insospettito gli investigatori che sono adesso sulle tracce dei complici che lo hanno ospitato in questi ultimi giorni. Dalle indagini, è emerso che Garcea era tornato in Liguria solo nell’ultima settimana, proprio per trascorrere le feste con i familiari, in particolare i due figli che vivono a Genova. Ma non sarebbero stati i parenti a garantire quest’ultimo periodo di fuga del presunto affiliato. I carabinieri del Ros, infatti, subito dopo l’arresto di ieri hanno effettuato una serie di perquisizioni nelle case e pertinenze dei parenti di Garcea, senza trovare però alcuna traccia di una possibile latitanza. Garcea, secondo gli inquirenti, da luglio fino a questi giorni si sarebbe mosso nel nord Italia. In particolare avrebbe trovato ospitalità a Torino, presso alcune famiglie originarie di Vibo Valentia, e a Milano. Non avrebbe mai lasciato l’Italia.

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