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L’intero parco eolico di Girifalco (Cz) , è stato sequestrato dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catanzaro. Il sequestro preventivo è stato disposto dal gip su richiesta della Procura per una serie di violazioni alle norme urbanistiche ed alle direttive previste nella delibera regionale. Il parco è stato realizzato dalla società Brulli Energia di Reggio Emilia, e l’amministratore delegato della società Gianluigi Montorsi (nel riquadro), il direttore dei lavori, Francesco Diana, e l’ex responsabile dell’area tecnica del Comune di Girifalco, sono indagati nell’inchiesta della procura di Catanzaro che ha portato al sequestro preventivo delle 12 torri del parco eolico realizzato nel comune calabrese e denominato «WF Serre».
Montorsi è indagato in qualità di amministratore della Brulli, che ha costruito l’impianto, e della società «Parco eolico Girifalco», committente dei lavori. Nei confronti suoi e di Diana, la Procura di Catanzaro ipotizza la violazione di una serie di norme per avere realizzato il parco in totale difformità dall’autorizzazione della Regione Calabria. Alcune della pale del parco, infatti, sono state costruite a meno di 500 metri dalle abitazioni, così come prescrive la legge, ed altre a ridosso di un altro parco eolico situato in un comune confinante. Inoltre il parco di Girifalco è sorto su una zona sismica. Sabatini e Montorsi, inoltre, sono indagati per falsità materiale e ideologica in quanto Sabatini, il 18 luglio 2006, rilasciò il nulla osta necessario per il rilascio dell’autorizzazione della Regione attestando falsamente che le aree interessate dal piano non erano comprese tra quelle soggette al vincolo del Piano di assetto idrogeologico.
Il sequestro era stato chiesto dalla Procura nell’aprile scorso ed è stato concesso adesso dal Gip ed eseguito stamani dai carabinieri del reparto operativo di Catanzaro. L’inchiesta era nata sulla base delle denunce presentate, negli anni scorsi, da un professore universitario di Napoli, Salvatore Tolone, proprietario di un terreno nella zona in cui il parco è sorto. Il docente, tra l’altro, è stato vittima di tre atti intimidatori: una bomba è esplosa accanto alla sua auto, un suo trattore è stato incendiato ed infine ha avuto l’auto danneggiata.
La società Brulli Energia di Reggio Emilia, proprietaria di una quota del parco eolico di Girifalco (Cz), finito sotto sequestro nell’ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri, evidenzia che «ribadendo la sua piena fiducia e disponibilità nei confronti dell’autorità giudiziaria, sicura che al termine del giudizio sarà constatata la totale estraneità della medesima Brulli Energia ad ogni ipotesi di reato o violazione contestata, conferma di avere sempre agito nella massima trasparenza, professionalità, correttezza e buona fede durante tutta la propria condotta di intervento sul parco eolico in oggetto». In una nota pubblicata sul sito internet della società si sottolinea che «la proprietà dell’infrastruttura di che trattasi fa capo a Brulli Energia per una quota del 25%, e il parco stesso è stato realizzato in joint venture con un primario operatore energetico internazionale quotato alla borsa di Londra, che ne detiene il restante 75% di proprietà, il quale ha proceduto con proprie risorse al completamento e collaudo dei lavori di costruzione».
Rispetto ai prossimi passaggi che la Brulli Energia intende compiere, la società dichiara «di avere già conferito incarico ai propri legali per la difesa relativa al sequestro operato nonchè a tutela della propria reputazione nei confronti delle persone fisiche e giuridiche che in questi mesi hanno ingiustamente e senza fondamento leso l’immagine e la reputazione della società, creando ingenti danni economici all’azienda, ai suoi dipendenti ed alla produzione di servizi di pubblica utilità quali quelli svolti da Brulli Energia, che a questo scopo ha continuato ad assumere importanti impegni finanziari per assicurare – conclude la nota – la continuità e la qualità dell’ erogazione dei propri servizi e la crescita della quota di energia da fonte rinnovabile nel nostro Paese».

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