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Un’intensa attività di controllo dei carabinieri per garantire la salubrità degli alimenti per il consumatore, attraverso l’individuazione delle frodi in commercio poste in essere da quelle aziende che acquistano prodotti tipici natalizi di produzione industriale, sostituendo le etichette originali con indicazioni che li contrassegnano come «produzione propria».
Tale illecita attività consente infatti di ottenere forti guadagni agli imprenditori infedeli, con rilevanti aggravi economici per il consumatore che, credendo di acquistare un dolce natalizio «di nicchia», compera in realtà un prodotto di provenienza industriale ad un prezzo notevolmente superiore a quello del mercato.
È questa la tipologia di infrazioni penali più frequentemente rilevata in questo settore dai Carabinieri dei NAS, che nelle ultime settimane hanno sottoposto ad ispezione circa 1000 esercizi, di cui 350 sono risultati irregolari per violazioni di natura igienico sanitaria, strutturale e/o commerciale.
Per 25 attività la situazione igienica riscontrata dai militari operanti ha fatto scattare altrettanti provvedimenti di sequestro o di chiusura immediata, mentre analoghe richieste di sospensione dell’attività sono al vaglio da parte delle Autorità sanitarie competenti per altre decine di strutture.
Nel complesso sono stati sottoposti a sequestro 2500 kg ed oltre 24000 confezioni tra pandori, panettoni, prodotti da forno e dolciari vari, oltre a 22 tonnellate di farine utilizzate quali materie prime (alle quali si aggiungono gli oltre 10 milioni di uova in cattivo stato di conservazione, destinati alla produzione di panettoni e pandori, sequestrate dai NAS nel settembre scorso in un’azienda del veronese).
Riscontrate oltre 500 irregolarità penali ed amministrative e segnalate alle Autorità competenti i quasi 400 responsabili, ai quali sono state elevate sanzioni amministrative per circa 500.000 euro.
Tra le operazioni di particolare rilievo anche quella del NAS Carabinieri di Cosenza, che ha sottoposto a sequestro circa 18 tonnellate di farina (oltre a 11 tonnellate circa di altri alimenti) detenute all’interno di un deposito interessato da gravi carenze igienico sanitarie, immediatamente chiuso dalla competente Autorità Sanitaria.

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