X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

ROTONDELLA – E’ un bambino molto intelligente, sensibile e socievole, si chiama Giuseppe Manolio (nella foto con i genitori) , ha nove anni ed abita a Rotondella. La storia che vogliamo raccontare è a lieto fine. Si è conclusa proprio qualche giorno prima di Natale. Sua madre Carmen e suo padre Santino, i nonni e gli zii, hanno ricevuto il regalo più bello che potessero desiderare: sapere che il piccolo di casa sta bene e che ogni sospetto che avesse una brutta malattia è stato scongiurato. La vicenda è iniziata tre settimane fa. All’inizio di dicembre Carmen si accorge che suo figlio aveva un gonfiore sospetto in prossimità dell’inguine. “Ci siamo rivolti immediatamente – ha raccontato al Quotidiano, Santino – al pediatra di Policoro, Rocco Leone, che ci ha mandato subito a Matera presso l’ospedale “Madonna delle grazie” dalla dottoressa Mengoboni che ci parlò di un sospetto linfoma di Hodgkin”. Era il 6 dicembre e Giuseppe era stato ricoverato proprio per essere sottoposto ai necessari accertamenti per approfondire il caso. Non c’è stato tempo da perdere così la famiglia Manolio ha preso immediatamente contatti per un ricovero presso la Clinica pediatrica nel reparto di Oncoematologia del Policlinico di Bari in cui è stato ricoverato dallo scorso 7 dicembre fino al 18. Undici giorni di paura e tensione. Tutti in pensiero. Tante sono state le preghiere. “Giuseppe – ha raccontato la mamma ancora visibilmente provata – è stato sottoposto agli esami radiografici tac ed rx al torace. In concomitanza gli è stata somministrata una terapia antibiotica. Ma i sanitari hanno deciso di asportare il linfonodo”. Tuttavia qualche segnale incoraggiante c’era stato, poiché la massa linfonodale era regredita con la terapia. A quel punto, dopo l’intervento chirurgico, Giuseppe è tornato a casa nella sua amata Rotondella. Ma l’intera famiglia era ancora in apprensione: c’era da attendere l’esito della biopsia, l’esame istologico sui tessuti asportati. Ancora tre giorni di shock e di paura. Fatti di preghiere e di angosce. Poi il 21 dicembre la lieta novella: gli esami hanno escluso ogni pericolo di tumore. Evviva. Questo Natale è stato prodigo del dono più bello. Così la famiglia Manolio ha ritrovato la serenità che aveva perso e temuto di perdere per sempre in quei quindici giorni. Sono state due settimane di freddo gelido costernate da dolore e incredulità. Il bambino non si è mai dato per vinto. Anzi, è stato sempre lui a rincuorare gli altri. Era al corrente di tutto. Da ometto qual è ha affrontato la situazione con la barra dritta. “Un ringraziamento – hanno tenuto ad evidenziare Carmen e Santino – va al dottor Rocco Leone e alla struttura pediatrica dell’ospedale di Matera per la sensibilità e professionalità dimostrate nell’affrontare la nostra vicenda. Umiltà e umanità hanno contraddistinto tutti. Un altro grazie di cuore va ai medici che abbiamo incontrato a Bari: al professor Santoro ed ai dottori De Leonardis e De Mattia ed all’intera equipe”.

Pierantonio Lutrelli

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE