X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

Far rivivere la tradizione contadina dell’Epifania con due appuntamenti principali: la “notte dei cucibocca” a Montescaglioso e la Befana delle Dolomiti Lucane a Pietrapertosa. E’ l’invito di Turismo Verde-Cia Basilicata per festeggiare l’Epifania in campagna e in una delle circa 250 aziende agrituristiche lucane che si preparano ad accogliere gli ospiti all’insegna dei riti della più antica festa rurale e più attesa dai bambini per i quali questa era davvero l’unica occasione per ricevere un dono. La più antica manifestazione popolare, unica in tutto il Sud, è senza dubbio la «notte dei cucibocca», in programma alla vigilia dell’Epifania tra le strade di Montescaglioso e riproposta dal Centro Educazione Ambientale di Montescaglioso. I figuranti, i «cucibocca», tenteranno come sempre di spaventare i bambini con un mascheramento che si perde nella notte dei tempi. Le origini e le motivazioni si perdono nella notte dei tempi. Misteriose figure vestite di scuro, mantello o vecchi cappotti, in testa un cappellaccio o un disco di canapa da frantoio, il viso incorniciato da folte barbe bianche. Al piede una catena spezzata che striscia sul selciato con un sordo rumore. Bussano alle porte e chiedono offerte in natura. In mano un canestro con una lucerna ed un lungo ago con cui minacciano di cucire la bocca ai bambini. Scompaiono nel buio con l’avanzare della notte. I bambini, attratti ma spaventati si rifugiano tra le braccia dei genitori e rientrano in casa per andare presto a letto permettendo alla Befana di riempire le calze con giocattoli, dolciumi e regali. Una lettura diversa dell’evento, vuole che il cucire la bocca segni la fine delle libagioni natalizie. Per altri è il retaggio di una società arcaica: spesso in tale occasione si regolavano più o meno violentemente liti e diatribe tra pastori, salariati e massari. Nella sera inoltrata, i Cucibocca si avviano dall’Abbazia di S. Angelo e si aggirano per le strade del centro storico di Montescaglioso, animato da ritmi musicali della tradizione contadina. Gastronomia con i nove bocconi del Cucibocca.

Il secondo appuntamento è nel Parco delle Dolomiti Lucane nell’azienda agrituristica I Sapori del Parco della famiglia Taddeo per rivivere il clima di festa genuina e mangiare il menù tradizionale dell’Epifania: orecchiette con il ragù a base di cinghiale, manate e fagioli, grigliata mista con l’immancabile agnello delle Dolomiti, i dolci tipici delle feste natalizie.

Per la gastronomia contadina l’Epifania è infatti una continuazione dei piatti di Natale, anzi l’ultima occasione per assaggiarli secondo l’antico proverbio “L’Epifania tutte le feste porta via”. Nel Parco Gallipoli Cognato l’Azienda “Sapori del Parco” di Pietrapertosa è considerata da Turismo Verde un “simbolo di sapiente integrazione e valorizzazione della cultura del paesaggio agrario e di capacità imprenditoriale di trasformare l’azienda tradizionale in struttura multifunzionale al servizio del turismo rurale”. Dopo le sagre dedicate ai “miglitielli” e al maiale, l’obiettivo – spiegano i titolari dell’azienda – è quello di cominciare il nuovo anno coniugando risorse del territorio a quelle gastronomiche preparandoci ad un altro appuntamento festoso che ha un posto di riguardo nella tradizione contadina che è quello del Carnevale che comincia dal 17 gennaio con la festa di Sant’Antonio Abate.

Intanto salame, soppressata ed altri prodotti del maiale ucciso ai primi di dicembre in occasione della “festa del maiale” sono pronti per essere gustati. Per Turismo Verde-Cia anche l’Epifania è un evento per avvicinare attraverso i piatti tipici contadini la “città” alla vita rurale e soprattutto per invitare i consumatori a “farsi la dispensa alimentare” presso le aziende agricole e gli agriturismi.

Il progetto più complessivo – “La spesa in campagna” – prevede una serie di azioni da sviluppare per realizzare un circuito regionale breve di valorizzazione e commercializzazione attraverso l’istituzione di mercati dei produttori, di “spacci locali” (punti vendita diretta gestiti in forma associata da imprenditori agricoli), patti di filiera, un marchio e l’utilizzo del sito web https://www.laspesaincampagna.netwww.laspesaincampagna.net dove poter consultare le varie aziende individuare la mappa e persino scaricare il software per la navigazione Gps per raggiungerle.

Il 2011 – sottolinea Paolo Carbone dell’Ufficio Economico della Cia lucana – deve diventare l’anno di introduzione di un marchio di Qualità e il relativo disciplinare con l’obiettivo di aumentare la qualità dei servizi offerti dagli agriturismi agli ospiti garantendo un livello superiore alla norma. Il disciplinare dovrebbe contenere e codificare tutti i servizi che le strutture ricettive possono offrire agli ospiti, come ad esempio la gestione di un sito web, servizi ricreativi e sportivi, organizzazione di una rete di agriturismi dove almeno la metà sia in grado di offrire ristorazione e/o effettui la vendita diretta dei prodotti aziendali. Una particolare premialità va riservata alla formazione specialistica per gli operatori agrituristici che vorrebbero accedere alla certificazione “QL”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE