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“Il rischio per gli oltre 4.200 operai forestali lucani di non raggiungere nell’anno appena iniziato le 151 giornate lavorative va assolutamente scongiurato”. E’ quanto sostiene Giacomo Nardiello (Pdci-Fds) evidenziando che “il piano triennale di forestazione, approvato nel 2008, dopo una forte battaglia della sinistra comunista in Consiglio, dando voce alle esigenze espresse dai sindacati confederali di settore, stabiliva 106 giornate nel 2009, 112 nel 2010 e 151 nel 2011. Mi rendo conto dei tagli statali ma quell’impegno solenne – continua – non può essere disatteso perché ne va della credibilità istituzionale nei confronti di una platea consistente di lavoratori precari che vivono del sussidio di disoccupazione riconosciuto solo dopo le poche giornate effettuate nei cantieri di rimboschimento e tutela del suolo. E’ chiaro che con un fondo di 45 milioni di euro stanziati nella manovra finanziaria regionale per il 2011, vale a dire lo stesso previsto per il 2010 non sarà possibile mantenere l’impegno per il quale Pdci e Prc si sono spesi in Consiglio Regionale chiudendo un occhio su troppe scelte contenute nei bilanci della Regione degli ultimi tre anni. Ci sono le royalties del petrolio e quelle derivanti dall’acqua ceduta alla Regione Puglia che non possono essere destinate solo alla sanità o ad altri interventi come i fondi Fas, quelli derivanti dall’accordo Eni-Regione per gli interventi di cosiddetta compensazione ambientale, quelli dei programmi comunitari per agricoltura ed ambiente. Soprattutto nell’attuazione degli interventi finanziati dall’Eni a compensazione dell’attività di estrazione e ricerca di idrocarburi – afferma Nardiello – è necessario che la Giunta smentisca le notizie sul dirottamento di quei soldi per altri scopi. Abbiamo votato in Consiglio Regionale il piano triennale di forestazione allo scopo di favorire la ricomposizione del comparto forestale, migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli addetti, facendo leva sua una sempre più puntuale e qualificata programmazione degli interventi e non si può tradire quel voto”.

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