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Nell’interrogatorio per la convalida del suo arresto, aveva detto che in quel momento avrebbe voluto morie lui. Chafik El Ketani, il giovane marocchino si trova in carcere dal 5 dicembre scorso dopo aver causato la morte dei sette ciclisti lametini, ferendone altri tre (di cui uno ancora in coma).
Oggi ricorre il trigesimo, proprio un mese dopo la tragedia e il giovane dal carcere ha scritto una lettera ai familiari delle vittime inviata però a News Mediaset, che l’ha diffusa nel Tg5, e nella quale parla di «tragica fatalità». «In questi giorni di festa in cui capita di soffermarsi a riflettere sul senso delle cose e si sente maggiormente bisogno dell’affetto e della vicinanza dei propri cari – scrive il giovane marocchino – il mio pensiero è rivolto a quelle famiglie che, a causa di un tragica fatalità, sono state private dei propri figli, mariti e padri. Da quel maledetto giorno – scrive rivolgendosi ai familiari delle vittime – non solo le vostre vite sono irrimediabilmente cambiate, ma anche la mia vita e quella della mia famiglia si sono fermate a quella mattina di domenica e sono rimaste sospese dinnanzi all’immenso dolore che senza volerlo ho cagionato». E aggiunge che se «anche se chiedessi e ottenessi il vostro perdono, sento di non potermi più liberare dal tremendo ricordo di quel momento in cui ogni cosa è cambiata per sempre, in cui sebbene la mia vita possa continuare, ha cessato di essere quella che era prima e non sarà più capace di regalarmi le gioie che la mia giovane età mi induceva ad aspettare».
Oggi intanto al tribunale del riesame sarà depositata l’istanza dei suoi legali di fiducia, gli avvocati Salvatore Staiano e Gregorio Ceravolo. E nelle due pagine del provvedimento della convalida dell’arresto, il gip Barbara Borelli aveva ritenuto sussistere il pericolo di reiterazione del reato, disponendo quindi la custodia cautelare in carcere.
IL TRIGESIMO
Ad un mese esatto dalla scomparsa dei sette cicloamatori lametini il Comune di Lamezia ricorderà le vittime con una santa messa celebrata dal vescovo della diocesi di Lamezia Terme, monsignor Luigi Antonio Cantafora, alle 17 nella chiesa della Pietà in via Duca D’Aosta. «In questa occasione – ha dichiarato il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza – voglio rinnovare la vicinanza e l’affetto della comunità lametina ai familiari delle vittime».

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