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Ha riaperto la notte scorsa il porto di Gioia Tauro, la cui attività è stata bloccata per 30 ore, dalle 19 di sabato, dalla Medcenter, l’azienda terminalistica che gestisce lo scalo, per mancanza di navi in arrivo. L’azienda ha anche collocato i 1.200 dipendenti in cassa integrazione per lo stesso periodo. Nel corso della notte sono arrivate tre navi che si sono aggiunte ad una quarta arrivata nella giornata di ieri. Inizialmente i portuali avevano pensato di attuare uno sciopero, ma poi sono stati convinti dai sindacalisti a riprendere l’attività in attesa dell’incontro fissato per mercoledì prossimo nella sede di Confindustria a Reggio Calabria.
Tra i lavoratori regnano malumore e tensione per una decisione a loro dire inspiegabile. Oltre alle quattro navi già arrivate, infatti, altre portacontainer sono attese per oggi. È la prima volta che il porto container di Gioia Tauro, il più grande del Mediterraneo, chiude da quando, nel settembre del 1995, ha avviato la sua attività.
La tensione è palpapile e si attende di capire cosa accadrà. Certo dopo quanto reso noto dal presidente dell’Autorità Portuale Giovanni Grimaldi sul contrasto commerciale esistente tra la compagnia Msc e la Med Center, contrasto che potrebbe nascondere insidie di non poco conto per il futuro del porto, gli umori degli addetti ai lavori segnano livelli di alta tensione, che risalgono al novembre dell’anno scorso: «Avevamo sin da allora lanciato l’allarme – ha detto ieri Salvatore Larocca della segreteria regionale della Filt Cgil – chiedendo una riunione ad hoc del Comitato Portuale. Sulla situazione attuale non possiamo non rilevare che abbiamo seri dubbi che lo stop possa essere il frutto di una strategia di Mct. Forse siamo davanti ad una vera e propria forzatura perché ieri di potevano fare almeno 5 mani di lavoro nel terminal. Adesso occorre ottenere la massima attenzione del governo nazionale e regionale e soprattutto serve rendere al più presto competitivo il sistema portuale».
Mercoledì intanto si terrà un incontro in merito al quale parteciperanno le segreterie regionali e comprensoriali della Filt Cgil, della Fit Cisl, della Uiltrasporti e dell’Ugl Mare insieme alle Rsa di Mct. Sul tavolo oltre alle questioni rimaste sospese come la partita della contrattazione di secondo livello, già scaduta da mesi, le parti affronteranno la situazione attuale.
Subito dopo il confronto si sposterà nella sede dell’Autorità Portuale nella quale il presidente Grimaldi convocherà sia la Mct sia la Msc. Grimaldi ieri lo ha detto senza infingimenti che la Port Authority cercherà di ottenere la massima chiarezza sull’attuale momento del porto e sul suo futuro.
Sull’altro versante, quello più diretto dei rapporti tra Mct e Msc, sarebbe stato programmato un incontro al vertice tra i due gruppi con l’obiettivo di superare i problemi.
Altro punto critico che occorre affrontare è quella della situazione legata al possibile blocco della riduzione delle tasse di ancoraggio. Un elemento questo strategico per il futuro dello scalo. Grimaldi impegnando così come prevedeva l’emendamento Matteoli presentato nella legge finanziaria aveva ridotto del 90% le tasse per le grandi portacontainer impegnando direttamente il bilancio dell’ente. In appena 8 mesi si sono registrati a causa della riduzione mancati introiti nelle spese correnti per quasi sei milioni di euro.

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