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Operazione della Guardia di finanza questa mattina, per l’esecuzione di 14 misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di capi d’abbigliamento contraffatti. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Cosenza hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare (una in carcere e quattro ai domiciliari), tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, quattro obblighi di dimora e due divieti di dimora.
Nell’ambito della stessa operazione, denominata Coccodrillo (dal marchio della nota marca Lacoste), sono stati sequestrati sei depositi e migliaia di capi di abbigliamento. Le indagini che hanno condotto all’operazione sono durate due anni. Le misure cautelari sono state emesse dal gip su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, che ha diretto l’attività investigativa. Le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sono in tutto 95.
La merce contraffatta, calzature, borse, pantaloni, giubbotti e magliette dei marchi più noti, provenienti in massima parte da opifici del Napoletano, attraverso passaggi ricorrenti e transitando per intermediari e grossisti, secondo le accuse veniva portata e smerciata non soltanto a Cosenza ma anche in altre città della Calabria. Migliaia inoltre, i capi d’abbigliamento con falso marchio “Lacoste” ed in uno dei dialoghi intercettati dagli investigatori si fa riferimento proprio al marchio della Lacoste con la preoccupazione di contraffarlo nel modo più verosimile: «Le Lacoste – si afferma in uno dei dialoghi – non vanno bene. Il coccodrillo è troppo piccolo. Se fosse possibile, bisognerebbe farlo un pò più grande». I capi di abbigliamento contraffatti, tra l’altro, venivano forniti all’organizzazione in conto vendita dando la possibilità agli acquirenti di saldare i loro debiti dopo la vendita dei prodotti. Tra gli arrestati ci sono anche due cittadini extracomunitari che insieme ad altri connazionali indagati avevano il compito di collocare al dettaglio la merce illecita acquistata all’ingrosso.

LE PERSONE COINVOLTE NELL’OPERAZIONE
La Guardia di Finanza ha reso noti i nominativi delle persone coinvolte nell’operazione Coccodrillo sulla contraffazione dei marchi di note case di abbigliamento. La persona arrestata e condotta in carcere è Enrico Francesco Costabile, di 43 anni. Gli arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di Ippolito La Macchia (34); Giovanni Ritrovato (21); Antonio Scalfari (30), e Pasquale Giudice (44), tutti di Cosenza. La misura dell’obbligo di dimora è stata emessa a carico di Andrea Giudice (37), di Cosenza; Antonio Muraca (43), di Crosia (Cosenza); Giuseppe Gaudio (53), di Mendicino (Cosenza) e Angelo Alberto Cozza (51), di Trenta (Cosenza).
Il divieto di dimora è stato imposto a Mortualla Lo (40), senegalese, e Abdelmajid Boukaabar (36), marocchino. Infine, la misura dell’obbligo di firma è stata emessa nei confronti di Pierpaolo Muoio (25), di Cosenza; Ferdinando Cittadino (38), di Lamezia Terme, e Corrado Pecora (47), di Rende (Cosenza).

LA CONFERENZA STAMPA
«Si tratta di un’operazione di grande importanza che mira a stroncare un traffico illegale che ha prodotto utili per diversi milioni di euro, con un notevole danno economico e di immagine per le industrie i cui marchi venivano falsificati». Queste le parole del Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, facendo riferimento agli arresti per le contraffazioni di capi d’abbigliamento: «Come si deduce dalle carte dell’inchiesta e dalla quantità della merce che veniva immessa sul mercato – ha detto ancora Granieri – il giro d’affari era notevole. Il traffico poteva contare anche sulla collaborazione di numerosi negozianti che, acquistando i capi contraffatti, finanziavano di fatto l’organizzazione criminale e le consentivano di ampliarsi sempre più».
«E’ un’indagine che colpisce in maniera significativa il mercato del falso – ha spiegato il procuratore aggiunto di Cosenza, Domenico Airoma – e che chiarisce come Cosenza sia il centro di distribuzione dei prodotti falsi in Calabria e come qui si lavori in stretta collaborazione con il napoletano».
«E’ un mercato che non è innocuo – prosegue Airoma – perchè si avvale dello sfruttamento di manodopera, spesso di immigrati clandestini, e sottrae risorse all’economia legale, con calo di posti di lavoro e di fatturato per le imprese legali», ha detto ancora Airoma. Il giro economico è senz’altro milionario, è stato ancora specificato. Nessun prodotto falso poteva girare a Cosenza senza il placet di questa organizzazione – ha aggiunto Airoma – che ha precisato che i prodotti erano anche di buona fattura».
«Adesso stiamo facendo un lavoro certosino per arrivare alla tassazione dei proventi illeciti», ha concluso il procuratore. «Sequestri sono stati effettuati in quasi tutte le province della Calabria e si tratta di centinaia di migliaia di pezzi», ha detto il colonnello Luigi Smurra, Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza. «Enrico Costabile è colui il quale ha organizzato e promosso il mercato del falso a Cosenza», ha detto ancora Smurra. Parte della merce contraffatta, è stato detto in conferenza stampa, è finita anche sugli scaffali di negozi della provincia.

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