X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

“La raccolta di firme promossa da IdV anche in Basilicata, in quantità significativa, durante la scorsa estate, grazie ai banchetti di dirigenti, militanti, simpatizzanti ed amministratori locali di IdV, ha dato i risultati che tutti auspicavamo. I cittadini italiani nei prossimi mesi saranno chiamati a pronunciarsi sulla riapertura delle centrali nucleari e sul legittimo impedimento secondo i quesiti referendari da noi proposti. E anche sull’acqua, nonostante non sia stato ammesso il nostro quesito, sono stati accolti quelli dei comitati che sostanzialmente, come quello di IdV, riguardano il mantenimento della gestione pubblica dell’acqua”. E’ il commento del consigliere regionale Antonio Autilio (IdV)(in foto) alle decisioni della Corte Costituzionale in materia di referendum.

“Sia i referendum sul nucleare che sull’acqua – aggiunge – da noi in Basilicata hanno una rilevanza particolare. Quello sul nucleare che richiama la “manifestazione popolare dei 100mila di Scanzano Jonico” e la legge regionale contro il nucleare, punta ad abrogare parte della legge 6 agosto 2008 n. 133 che affida al Governo la definizione della Strategia Energetica Nazionale comprendente il rilancio del nucleare, di alcuni articoli della legge 99/2009 e del conseguente decreto 31/2010.

Si tratta di un quesito molto articolato per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare” relativo al decreto legge riguardante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge il 6 agosto dello stesso anno. Gli altri punti toccati dai quesiti riguardano la “localizzazione” delle centrali, le “procedura autorizzative” e altre norme che contengono disposizioni strettamente funzionali al perseguimento degli impegni internazionali e comunitari dell’Italia, in particolare legati all’ambito di operatività del trattato Euratom.

Sul mantenimento del controllo pubblico delle risorse idriche contro invece l’ipotesi di privatizzazione della gestione dei servizi idrici attraverso un progressivo abbassamento delle quote azionarie che ancora i comuni detengono nelle ex municipalizzate – continua – il sostegno delle comunità lucane specie quelle cosiddette macrofornitrici di acqua, in quanto nei loro territori esistono sorgenti ed impianti di accumulo, è totale.

Ammissibile anche la richiesta di referendum sull’acqua nella parte che riguarda la determinazione delle tariffe: il quesito vuole cancellare la previsione secondo la quale la tariffa è determinata anche in base all’adeguatezza della remunerazione del capitale investito e non solo rispetto alla qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere. Sulle tariffe da tempo abbiamo sollecitato – conclude – iniziative concrete per la loro riduzione”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE