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Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha confermato la detenzione in carcere per il consigliere regionale della Calabria, Santi Zappalà, del Pdl, arrestato il 21 dicembre scorso nell’ambito di una inchiesta della Dda reggina su rapporti tra politici e ‘ndrangheta. Il riesame ha però annullato la parte dell’ordinanza in cui veniva contestato a Zappalà il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, confermando la parte relativa alla violazione della legge elettorale, il cosiddetto voto di scambio, aggravata dalle modalità mafiose.
Il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha detto di «attendere di leggere le motivazioni della decisione del Tribunale del Riesame per valutare il ricorso in Cassazione. Intanto le indagini proseguono anche per il reato di concorso esterno». Zappalà era stato arrestato con l’accusa di avere incontrato Giuseppe Pelle, boss dell’omonima cosca di San Luca, andandolo a trovare nella sua abitazione a Bovalino, allo scopo di chiedere il suo sostegno in occasione delle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del 28 e 29 marzo 2010. Nel corso dell’operazione sono stati arrestati anche altri quattro candidati al Consiglio regionale, tre del centrodestra ed uno del centrosinistra, che poi non avevano ottenuto l’elezione: Pietro Nucera, Liliana Aiello e Francesco Iaria, del centrodestra, e di Antonio Manti, dello schieramento opposto. Un altro candidato non eletto, Vincenzo Cesareo, che si era presentato con la lista Socialisti Uniti, nell’ambito del centrodestra, è indagato in stato di libertà.

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