X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Solo tre medici sono stati condannati ed altri due sono stati assolti nel processo per la morte di Eva Ruscio, la sedicenne deceduta il 5 dicembre del 2007 nel corso di un intervento chirurgico nell’ospedale di Vibo Valentia.
Il giudice monocratico del tribunale di Vibo, Cristina De Luca, ha condannato ad un anno di reclusione il primario del reparto di otorinolaringoiatria, Domenico Sorrentino; sono stati condannati alla pena di dieci mesi di reclusione ciascuno i medici Giuseppe Suraci e Francesco Morano. Il giudice ha assolto l’anestesista Michele Miceli ed il medico Gianluca Bava.
La sentenza è stata emessa al termine di una camera di consiglio durante oltre un’ora. I tre medici condannati dovranno risarcire anche le parti civili. Al termine della requisitoria il pubblico ministero, Fabrizio Garofalo, aveva chiesto la condanna di tutti e cinque i medici imputati a pene variabili dai cinque ai due anni di reclusione. I cinque medici imputati erano accusati tutti di omicidio colposo.
Nel corso della sua requisitoria il pm Garofalo aveva ricostruito la storia clinica di Eva Ruscio, facendo riferimento ad una catena di errori, caratterizzati da condotte attendiste, omissive ed errate. Secondo Garofalo, Eva Ruscio sarebbe stata malcurata nell’approccio terapeutico. I cinque medici imputati sono coinvolti anche in una ulteriore inchiesta della Procura della Repubblica di Vibo Valentia per il reato di falso connesso con la morte di Eva Ruscio. Nel caso specifico, il pm Garofalo contesta ai cinque medici dell’ospedale di Vibo Valentia di aver omesso di scrivere sulla cartella clinica della paziente le fasi dell’evoluzione della malattia. Eva Ruscio fu ricoverata il 3 dicembre del 2007 per un ascesso peritonsillare. Le sue condizioni peggiorarono nei giorni successivi e la giovane morì durante l’intervento di tracheotomia. Deluso il papà di Eva, Giuseppe che ha dichiarato: «Siamo profondamente delusi da questa sentenza perchè ci aspettavamo la condanna di tutti i medici». «Non c’è stato rispetto per mia figlia – ha aggiunto – che oggi, con questa sentenza, è morta per la seconda volta. Non si capisce come mai il giudice abbia condannato tre medici ed assolto gli altri due. È vero che i medici non volevano uccidere mia figlia, ma è pur vero che non hanno fatto nulla per salvarla». «E’ mia intenzione – ha concluso Giuseppe Ruscio – promuovere una serie di iniziative perchè fatti come questi non devono più accadere. Ci rivolgeremo anche alla Corte di giustizia europea per vedere riconosciute le nostre ragioni».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE