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di PANTALEONE SERGI
In attesa che Berlusconi sveli al suo popolo il volto della signora con cui ha una “relazione stabile” e che finora ha nascosto anche all’harem nelle notti folli di Arcore e forse a se stesso, è d’uopo occuparsi di alcune questioni che ci riguardano più da vicino e sollevano anche qualche mugugno tra i sostenitori del centrodestra. Le storie del premier, dei festini in “dacia”, della Ruby Rubacuori minorenne d’alcova, riguardano anche i destini dei calabresi incidendo sui costumi e attengono, in qualche modo, al governo della Regione. Tratto prima dell’aspetto di costume. Il fatto che la dama misteriosa possa essere una calabrese, mi lascia del tutto indifferente ma mi fa tornare in mente un servizio apparso un mesetto fa proprio su questo giornale, solitamente poco interessato al gossip e dintorni, dedicato a un personaggio collaterale alle vicende che in questi giorni coinvolgono il capo del Governo e potrebbero travolgerlo. E’ una storia che riguarda il mondo da fiction in cui Berlusconi ha scaraventato il paese, nobilitando gli stessi commerci carnali che fino a pochi lustri fa protagonisti e protagoniste avevano pudore e mettere in piazza. . Le professioniste del sesso, cioè le prostitute, un tempo si nascondevano – si fa per dire – dietro un annuncio anonimo; “AAA, massaggiatrice o manicure.”. Ora tutto è cambiato. Ora le “massaggiatrici” che offrivano sesso a pagamento sono diventate “escort” e con il semplice ricorso a una parola inglese si proietta una professione antica nella categoria magica dello spettacolo. Un tipo d’informazione che supera il gossip per scrutare nelle mutande, poi, ha reso le avventure erotiche a tariffa di queste signore o signorine, degne di notizia con tanto di foto come si faceva un tempo per le stelline del cinema. . Senza alcun prurito moralista a me sembra uno spettacolo indecoroso. Cosa volete che importi con chi sono state a letto la signorina Nadia Macrì (che ha origini e fidanzato calabresi) o la signora Patrizia D’Addario, entrambe di professione escort? Non si può, ritengo, chiedere pudore a chi per danaro vende il proprio corpo ma un atteggiamento più discreto dei media non farebbe certamente male e, soprattutto, permetterebbe di concentrarsi meglio sui problemi reali, quelli che assillano la gente. Fermo restando che, reato o non reato, il comportamento del premier è censurabile e dannoso e produce guasti al Paese ingovernato. . Partendo dallo “stile di vita” del premier in tutt’altre faccende affaccendato, anche gli uomini forti del Pdl nostrano, imperante Giuseppe Scopelliti, al di là delle trionfalistiche conferenze stampa trasformate in momenti di propaganda – vizio che non ha risparmiato il centrosinistra in passato – incominciano a porsi alcune domande. Cosa ha fatto il governo Berlusconi per la Calabria? Qual è, dunque, il vero rapporto di Scopelliti con il governo amico? E’ veramente solido e diretto come si vorrebbe far credere? E quali benefici, se così è, ha portato alla Regione, visto che finora ci sono visti tagli indiscriminati di risorse anche sulla sanità e conseguenti aggravi fiscali, odiosi ticket anche per gli indigenti e pochi spiccioli di fronte a catastrofi come le ultime alluvioni? Proprio muovendo da queste domande si potrebbe determinare qualche crepa nell’asse d’acciaio tra Scopelliti e l’anima governativa che sta nell’Udc. All’interno dell’Udc, infatti, non tutti parlano la stessa lingua. Se il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico (come un carabiniere, “nei secoli fedele” ha presidiato l’incontro con la stampa del presidente della Giunta), ancora pochi giorni fa ha ribadito che l’accordo con Scopelliti non sarà messo in discussione neppure se il suo partito a Roma facesse altre scelte nazionali, il capogruppo Pasquale M. Tripodi sostiene invece che l’Udc non è la stampella del Pdl. Come finirà? C’è poco da aspettare perché le amministrative incombono. . Qualche parola franca, a proposito di amministrative, è utile spenderla per il fronte contrapposto dove persiste una vocazione al suicidio politico collettivo. Soprattutto nel Partito Democratico. Con Adriano Musi, commissario inutile, tanto che un qualsiasi un deleterio e impolitico De Magistris, ex inquisitore ora inquisito, si permette di dare consigli, nel Pd non si decide più nulla e in tanti lavorano con lucida follia per smantellare anche quel poco di buono che c’è. Prendete ad esempio il caso del sindaco di Cosenza Salvatore Perugini. Ha appreso dai giornali di essere stato licenziato. Da quale organismo e per quali motivi (ha governato bene? ha governato male? c’è un nuovo progetto? un altro candidato?) non si sa. Perugini però non ci sta e punta i piedi. Magari lo candideranno pure Perugini, perché costretti o perché non hanno niente di meglio. Magari dopo una Caposuvero bruzia in cui qualche nuova Giovanna d’Arco proporrà candidati esterni al partito. Intanto lo stanno delegittimando e indebolendo. Per inseguire alleanze impossibili, identiche a quelle tentate nelle recenti regionali. E meno male (per il popolo di centrosinistra) che a Cosenza il centrodestra è messo peggio.

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