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«Il Presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, ha dichiarato che a Gioia Tauro non si deve perdere alcun posto di lavoro, facendo riferimento al porto e alla Zen. La Fiom, nel condividere quanto dichiarato dal presidente della Giunta Regionale Scopelliti, esprime vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori del porto e della Zen». Secondo Pasquale Marino, segretario generale della Fiom-Cgil di Gioia Tauro, «occorre precisare che nell’area industriale, che si trova a ridosso del porto di Gioia Tauro, vi sono molte aziende in crisi che hanno dovuto ricorrere ad ammortizzatori sociali ordinari e in deroga come la ditta Allera Costruzioni Metallinfissi in (Cigo), la Genlog (in Cigs Ministeriale), la Zincal (in Mobilità), la Ergon’s (in Cigs Ministeriale), la Soleradiatori (prossima al fallimento), la Ex Isotta Fraschini (in Mobilità in deroga), la Global Repairs (in Cigo), la De Masi s.p.a. (in Cig in deroga ), e la De Masi Costruzioni (in Cigs Ministeriale). Quest’ultima azienda – continua – si vede chiudere le porte dal sistema bancario a causa della battaglia legale fatta dal suo titolare per aver subito usura dalle banche, proprio mentre conquista, pur nella situazione di crisi gravissima che atraversa il Paese, un buon portafoglio ordini con prodotti che esporta in tutta Italia ed all’estero».
La Fiom di Gioia Tauro, aggiunge, «di fronte a questa preoccupante situazione, che potrebbe sfociare in una ribellione sociale, chiede al Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti di aprire un tavolo di confronto sull’area industriale con tutti i protagonisti della zona (parti sociali e datoriali, Autorità Portuale, istituzioni locali e Provincia) per poter individuare quali strumenti e quali risorse possano essere messe in campo per fronteggiare questo momento di crisi e dare la possibilità ai tanti lavoratori di poter essere ricollocati nel mondo del lavoro e nel sistema produttivo».
«In quella sede – sottolinea Marino – intendiamo presentare le nostre proposte e sottoporle alla discussione. Ad esempio, noi crediamo che sia necessario incentivare le aziende ad investire a Gioia Tauro dando loro una sorta di area industriale franca ( abbattimento delle tasse e dei costi energetici anche ricorrendo all’uso dell’energia rinnovabile, agevolazioni , ecc). Ed inoltre occorre procedere a cablare l’area industriale tutta, fare formazione preventiva per favorire la pronta ripartenza delle aziende alla fine della fase più acuta della crisi, determinare la creazione di un fondo regionale per aiutare quelle aziende pulite che hanno avuto il coraggio di denunciare usura bancaria, pizzo o tangenti, Ndrangeta. Infine, ma certamente non ultimo, bisogna decidersi – dice – ad affrontare la disastrosa situazione infrastrutturale (collegamenti ferroviari ed autostradali, interventi sulla medesima struttura portuale) e proporre un tavolo nazionale una strategia di completamento dell’apparato infrastrutturale individuando specifiche e stringenti priorità. Su questa impostazione la Fiom e la Cgil – dice Marino – sono pronte a dare il loro contributo di idee e di elaborazione e con pieno spirito di collaborazione per la risoluzione dei problemi che abbiamo dinnanzi e per la salvezza delle prospettive produttive ed occupazioneli dell’area industriale di Gioia Tauro e del territorio circostante».

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