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Nel pomeriggio di ieri è scatatata l’esecuzione della misura cautelare degli arresti ospedalieri a carico di P.C. 57 anni, il quale già in passato aveva subito ricoveri coatti per trattamenti sanitari obbligatori. Il provvedimento è frutto delle numerose denunce da parte della sorella dell’arrestato, dal cognato e dal nipote, figlio della sorella, che in più occasioni avevano denunciato l’intollerabile serie di misfatti in loro danno. In più occasioni, infatti, P.C. si sarebbe avvicinato con fare minaccioso all’abitazione dei propri parenti, arrivando in un’occasione a danneggiare uno zerbino con il fuoco, mentre in un’altra avrebbe tentato di investire con la propria autovettura le vittime. A seguito delle numerose denunce presentate dalla famiglia, alcune delle quali riscontrate dall’intervento delle «volanti», il P.M. competente ha chiesto e ottenuto dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria l’emissione del provvedimento restrittivo degli arresti ospedalieri stante il grave quadro indiziario esistente, nonchè le attestazioni relative alla patologia psichiatrica di cui soffre l’indagato, causa dei suoi comportamenti devianti. La seconda operazione di polizia giudiziaria per il reato di stalking ha visto l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura procedere all’arresto, in esecuzione della misura restrittiva degli arresti domiciliari, di V.A.D. 43 ani, pure di Reggio Calabria. Il provvedimento cautelare è stato emesso a seguito della attività investigativa degli agenti le cui informative hanno indotto il P.M. competente a richiedere ed il G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria la misura restrittiva a seguito nei reiterati atti di minaccia, di vessazione e di violenza, sia fisica che psicologica, in danno della moglie. L’arrestato, inoltre, dopo aver lasciato la casa coniugale nell’aprile scorso e dopo essere stato colpito dal provvedimento del Giudice Civile di Reggio Calabria del 14 giugno scorso, che ordinava all’autore dell’odioso reato di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie, continuava a molestare la donna, causandole un perdurante e grave stato d’ansia e di paura, attraverso aggressioni verbali e minacce di morte, ma anche con l’aggressione fisica in presenza dei figli. Tutto questo perchè l’arrestato non intendeva accettare la separazione coniugale avvenuta. Anche in questo caso il quadro indiziario ha indotto il P.M. a richiedere ed ottenere il provvedimento cautelare degli arresti domiciliari.

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