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«Io senza personaggi sono orfana di loro. Fondamentalmente sono una persona alla ricerca di personaggi». Giuliana De Sio è teatro, non solo per la sua bellezza che affascina da sempre come uno spettacolo infinito, ma per l’incantesimo profondo di trasformarsi in arte nei personaggi che mette in scena. Questa sera a partire dalle 21 al teatro Don Bosco di Potenza e domani alla stessa ora al Duni di Matera ( la prima volta di Giuliana nella Città dei Sassi ), l’attrice salernitana metterà in scena “Notturno di donna con ospiti” di Annibale Ruccello per la regia di Enrico Maria La Manna. 13 anni fa- quando la tournèe si fermò- questo spettacolo con la De Sio, anche allora protagonista, aveva raggiunto 700 repliche con grande successo da nord a sud. Con una compagnia nuova capitanata dalla sempre meravigliosa Giuliana De Sio il successo in tutta la penisola italiana sembra inarrestabile; grazie al consorzio “Teatri uniti di Basilicata” questa pièce arriva anche in terra lucana e per l’occasione Giuliana De Sio si concede ad alcune domande per il Quotidiano del sud. 

Giuliana, lei ha interpretato tantissime donne per il cinema e per il teatro. Adriana – la protagonista della pièce – che tipo di personaggio è? 

«E’ una donnetta ignorante, poco acculturata, molto infantile. Molto triste ma incapace di capire questo suo stato d’animo, frustrazione che poi la porta all’atto terribile di diventare un mostro.. Faccio questo spettacolo da molti anni, ho smesso tempo fa perché pensavo di non farcela più fisicamente: per me è un vero e proprio massacro fare questa pièce. Quest’anno ho avuto questo guizzo di coraggio. Fisicamente sono rimasta abbastanza simile a come ero, quindi non è intaccata la credibilità del personaggio, è chiaro che sono maturata, ho rifatto il cast, rilavorato alla regia ed è stato potenziato lo spettacolo. Il risultato è che funziona ancora meglio di 20 anni fa». Adriana è un personaggio difficile da scrollarsi di dosso? 

«Infatti non me lo tolgo di dosso da venti anni. In realtà ho una tenerezza ed un senso di protezione nei confronti di questo personaggio: è una delle occasioni in cui mi sono sdoppiata in maniera più concreta. I miei colleghi lo sanno, io entro in camerino come Giuliana e dopo un po’ di tempo mi chiedono se è arrivata Adriana. Ad un certo punto arriva ed entra in scena». 

Annibale Ruccello è un autore incredibile, scomparso giovanissimo. Non tutti gli attori- come dice Isa Danieli -sono in grado di metterlo in scena in modo giusto. Come si mette in scena questo autore? 

«Avendo una dose di follia e una libertà interpretativa particolare. Intanto Ruccello presuppone un’empatia profonda con il testo e i personaggi. Quanto Enrico La Manna mi portò un libro con tutto il teatro di Ruccello, mi piantai su questo testo, la mia bussola impazzì. Dovevo interpretare questo personaggio. Ruccello lo si incontra a livello inconscio, non a livello razionale». 

A proposito di grandi uomini: Troisi e Strheler sono due mondi distanti ma grandiosi. Cosa significa aver fatto arte con loro? «Io sono andata a lavorare con Strheler perché mi volevo far maltrattare un po’, invece mi ha coccolato, difeso e protetto. Era un uomo di grande cultura e di grande carisma. Massimo era più naif, aveva un talento forse anche più potente di Strheler, una capacità intuitiva spaventosa. Non aveva ovviamente letto tutti i libri del mondo ma a volte sembrava che li avesse letti tutti, era portatore di una saggezza antica che lo portava ad essere molto moderno». 

Concludiamo. Cosa è per lei la Bellezza?

«La Bellezza è l’eleganza dello stare nel mondo in armonia».

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