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LA PROVINCIA di Matera parla anche montese nei giorni del Carnevale. L’evento più coinvolgente e longevo della collina materana, infatti, nasce proprio tra le piccole vie di Montescaglioso.
Un evento che richiama visitatori da ogni parte della Basilicata e non solo, riporta in paese diversi giovani e meno giovani sparsi per l’Italia ed il mondo, ma soprattutto permette ad ognuno di loro di vivere questo momento di festa in un particolare e mei domo spirito goliardico, con grandi Carri in cartapesta, gruppi di giovani vestiti a maschera che danzano, immersi in uno straordinario corteo a ritmo di musica dance, che pervadere ogni angolo del paese, un luogo che riprende letteralmente vita, torna a sorridere dimenticando i problemi e quasi, oltra a ripopolarsi, magicamente rinasce.
Un modo, oltre che per festeggiare, anche per tramandare un messaggio ai più giovani, far conoscere un mestiere e spesso trasportare nei loro cuori una voglia di non mollare, di continuare a lottare in un momento particolarmente difficile per tutte le frange della società. Un messaggio vero, genuino, pulito e motivato dalla passione, dalla voglia, dall’interesse verso la propria comunità e le proprie tradizioni che legano a doppia mandata diversi carristi e montesi alle proprie radici.
Viaggiando tra i luoghi in cui si prepara il grande evento del 15 e 17 febbraio prossimi, domenica e il successivo “Martedì Grasso”, si può respirare la grande abnegazione e l’indiscussa passione che ragazzi tra i 12 ed i 40 anni mettono nell’organizzazione, la costruzione e la realizzazione di vere e proprie opere d’arte fatte a mano. Purtroppo, per via di alcuni eventi, gli ultimi anni hanno portato questi gruppi a ridursi drasticamente. Attualmente sono solamente due le formazioni che lavorano alla costruzione dei carri in cartapesta.
Spesso bistrattati, infatti, questi ragazzi nell’ultimo anno, sono stati anche privati del luogo di ritrovo classico per la costruzione delle loro opere, l’ex mattatoio, alienato dal Comune e quindi non più a disposizione. Per sopperire a questa mancanza, entrambe le fazioni, in gara per realizzare l’opera più bella e apprezzata, si sono adattati utilizzando locali di fortuna, oltre che costretti ad acquistare alcuni pezzi delle proprie opere, per via dell’indecisione sull’organizzazione dell’evento, che ha portato solamente nelle ultime settimane ad avere la certezza di dover tornare a vivere l’immensa gioia che sprigiona il Carnevale Montese, con tutte le difficoltà che sono derivate negli aspetti “lavorativi”.
Gli “Oronero”, diretti da Leo Maggiore, hanno quasi completato la loro complessa opera, nata dall’idea di sbeffeggiare e ironizzare, come nel vero rituale di un Carnevale che si rispetti, su alcuni aspetti della Basilicata, come il petrolio e le trivelle. Ci saranno politici e altre invenzioni. «C’erano tante idee – spiega Leo Maggiore – ma alla fine abbiamo pensato di trattare un tema molto caldo in questo periodo, per il problema delle trivellazioni in tutta la Lucania e che presto potrebbe toccare anche il territorio montese». Sull’organizzazione del lavoro, il concetto è chiaro. «Ognuno di noi, siamo almeno una ventina – continua Maggiore – ha il suo compito, c’è il falegname, il saldatore, l’elettricista, il pittore, i cartapestai e il trattorista, con tanti ragazzi che provano ad imparare ogni sfaccettatura del lavoro, sono loro i migliori, come Bruno che ha soli 12 anni ed ogni sera è qui ad aiutarci». L’apetto della collaborazione è sottolineato anche da Francesco David, che gestisce il gruppo “Ragazzi Fuori”. «La realizzazione dei Carri è un modo per tenere i ragazzi uniti, invece di lasciarli in casa tra computer e tv». Loro, in queste ore, completeranno un carro che parla di economia e della crisi attuale. Siamo agli sgoccioli e la festa a Montescaglioso, nonostante le tante difficoltà, sta per esplodere.

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